Al Maritime Museum di San Diego un allestimento interattivo fa rivivere l'epopea del rum: dalle origini nelle piantagioni caraibiche al suo successo nei club di tutto il mondo, passando per il "ruolo" giocato nella scena politica e sociale degli Stati Uniti.
Non è un luogo qualsiasi, quello in cui il 4 novembre è stata inaugurata la mostra Rum: Sailors, Pirates, and Prohibition. Gli spazi scelti, infatti, sono le sale espositive del Museo marittimo di San Diego, al cui interno è conservata una delle più belle collezioni di navi storiche del mondo. Con un intento educativo e un’impostazione interattiva, la mostra ripercorre la storia del legame tra la città di San Diego e il rum, coprendo un arco temporale esteso oltre quattro secoli.
Il percorso espositivo include una presentazione del processo di preparazione, nonché l’evoluzione di questa bevanda fermentata, nata dalla distillazione della canna da zucchero nelle piantagioni caraibiche del XVII secolo e oggi consacrata come trend mondiale.
La rassegna estende l’ottica al contesto della società americana, includendo ampie digressioni sul ruolo del rum nella politica statunitense e intercettando fenomeni come la schiavitù, la pirateria e il proibizionismo. In particolare, in questo ultimo caso, gli effetti delle disposizioni contenute nell’apposito bando determinarono forti limitazioni sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool.
La conseguenza fu il ricorso a metodi “alternativi”, come l’impiego di piccole imbarcazioni, tenute nascoste in grotte o sotto alle scogliere nelle ore diurne, che veniva impiegate come veicoli dai cosiddetti “rum-runners”.
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