La Capitale ospita una grande rassegna dedicata all’arte dello scatto, letta attraverso l’obiettivo di una delle più note macchine fotografiche di sempre.
Si intitola I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica la rassegna allestita a Roma, fino al 18 febbraio, nel Complesso del Vittoriano ‒ Ala Brasini, offrendo l’inedita opportunità di rileggere la storia della fotografia usando le fotocamere Leica come vera e propria lente attraverso cui guardare all’arte dello scatto dagli anni Venti del Novecento a oggi.
Curata da Hans-Michael Koetzle, la mostra riunisce oltre 350 stampe d’epoca originali, firmate da celeberrimi autori e accostate a preziosi documenti custoditi dall’archivio Leica, oltre a una serie di locandine pubblicitarie vintage, prime edizioni di libri e riviste. Lo scopo è illustrare al pubblico la portata di una innovazione tecnologica come la Ur-Leica, il primo apparecchio 35 mm messo a punto da Oskar Barnack, dalla quale presero origine i modelli successivi, che contribuirono a rivoluzionare il modo di guardare alla realtà.
L’esposizione capitolina è formata da 16 sezioni, organizzate in base a criteri tematici e cronologici, lungo un itinerario che va dal debutto della prima fotocamera Leica agli esiti più attuali. Usata da fotografi di nazionalità e stili diversi, la Leica si dimostrò un mezzo utilissimo per la realizzazione dei reportage più svariati, dal fotogiornalismo di guerra alla moda, dallo studio alla street photography.
Ecco allora che la mostra accende i riflettori sugli scatti in bianco e nero di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, Sebastião Salgado e Gianni Berengo Gardin ‒ la cui carriera è stata onorata dal Leica Hall of Fame Award ‒ ma anche sulle immagini a colori di William Eggleston, Joel Meyerowitz e Fred Herzog. Senza dimenticare i grandi autori italiani, come Paolo Pellegrin, Piergiorgio Branzi, Lorenzo Castore e Valerio Bispuri.
[Immagine in apertura: Ramón Masats, untitled, Tomelloso (Ciudad Real) Madrid, 1960 © Ramón Masats]