A Milano la street art "va a braccetto" con la realtà aumentata: entra nel vivo l'esperienza del primo museo di arte urbana aumentata, risultato di un'esperienza di curatela diffusa, nella quale sono stati coinvolti attivamente i cittadini di cinque quartieri della città.
Appuntamento domenica 17 dicembre a BASE per la presentazione di MAUA – Museo Arte Urbana Aumentata, la cui attività prende il via ufficialmente questo weekend. In via Bergognone 34, a partire dalle 15.00 sarà possibile conoscere le 50 opere selezionate per il “lancio” di questa innovativa esperienza. MAUA, infatti, è un progetto unico nel suo genere: diffuso e partecipativo, si colloca come capostipite di molti altri musei tecnologici del futuro, nei quali sarà possibile sperimentare modalità innovative di fruizione e valorizzazione, accessibili a un ampio pubblico e aperte al territorio.
La “collezione” di MAUA è a cielo aperto e si snoda nell’intero tessuto urbana, estendendosi oltre il centro e i circuiti ordinari dell’arte. Nella selezione di opere censite da questo primo museo di arte urbana aumentata rientrano infatti 50 opere di street art, scelte dagli abitanti dei vari quartieri milanesi. La fruizione individuale è supportato dal digitale: ciascun visitatore, una volta definito il proprio itinerario e scaricata l’app dedicata, dovrà semplicemente inquadrare un’opera con lo smartphone. In questo modo vedrà la stessa animarsi e trasformarsi in un’opera d’arte digitale: un’esperienza che potrà quindi condividere sui profili social.
La “trasformazione” delle 50 opere di street art in 50 lavori di digital art è il risultato di un percorso sviluppato durante un workshop a BASE, al quale hanno preso parte 50 giovani animation designer.
MAUA è uno dei progetti vincitori del “Bando alle Periferie” promosso dal Comune di Milano; la realizzazione è a cura di una larga rete di partenariato che comprende la cooperativa Bepart, in qualità di capofila.
“Un’esperienza come quella del MAUA – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – può servire a raccontare anche questo nostro tempo, che fa sbocciare ovunque, spontanee, creatività e bellezza, ‘fissandole’ in uno spazio virtuale senza separarle dal loro contesto, e animandole là dove sono nate per invitare tutti ad alzare gli occhi, e scoprirle”.