Versatile e trasgressivo, Ugo Nespolo è protagonista della rassegna allestita nel capoluogo aostano. Una mostra che ripercorre la sua lunga carriera, al confine tra molteplici linguaggi creativi.
Fino all’8 aprile, il Centro Saint-Bénin di Aosta fa da cornice alla mostra A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro, l’esposizione dedicata all’inarrestabile energia creativa di Ugo Nespolo, presente sulla scena dell’arte italiana fin dagli anni Sessanta sperimentando senza sosta le potenzialità di numerose pratiche espressive.
Curata da Alberto Fiz in collaborazione con il filosofo Maurizio Ferraris, la mostra riunisce 80 opere tra disegni, dipinti, maquettes per il teatro, tappeti, sculture, manifesti e fotografie realizzati dal 1967 o oggi e disposti all’interno di un allestimento pensato appositamente per gli spazi dell’ex chiesa sconsacrata aostana in base a precisi raggruppamenti tematici.
Nespolo fa così ritorno ad Aosta dopo 23 anni dalla sua ultima personale, curata dallo storico del cinema Gianni Rondolino e incentrata proprio sull’importanza dell’universo cinematografico nella poetica dell’artista. Anche stavolta il cinema gioca un ruolo di spicco, trovando eco anche nel linguaggio pittorico di Nespolo, oltre che testimonianza diretta nelle pellicole degli anni Sessanta in cui compaiono personalità del calibro di Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz ed Enrico Baj.
Non mancano, in mostra, opere che sottolineano la vena trasgressiva e sperimentale dell’arte di Nespolo. Basti pensare a Condizionale, l’installazione poverista datata 1967, e a Museo, il ciclo intrapreso a metà anni Settanta, e tutt’ora in corso, che rivisita la fruizione dello spazio pubblico, denunciando l’atteggiamento acritico dimostrato verso l’arte contemporanea.
[Immagine in apertura: Ugo Nespolo, Museo espressionista, 1985, acrilici su legno, 180 x 180 cm]