A 25 anni dalla scomparsa e a 80 anni dalla nascita, la Scala e il suo Corpo di Ballo omaggiano la memoria del geniale ballerino e coreografo russo con due iniziative, tre serate a maggio e sei rappresentazioni del Don Chisciotte a luglio.
Il 6 gennaio 1993 si spegneva in un letto d’ospedale a Parigi, divorato dall’AIDS, il più grande danzatore del secolo. A 25 anni dalla scomparsa e a 80 anni dalla sua nascita, il Teatro alla Scala di Milano e il suo Corpo di Ballo omaggiano la memoria del geniale ballerino e coreografo Rudolf Nureyev, la sua carismatica personalità e la sua inimitabile valenza artistica, in due programmi all’interno della nuova stagione appena inaugurata.
Il primo evento sarà la cosiddetta Serata Nureyev il 25 e in replica il 26 e 29 maggio (con una recita, il 24, a favore della Fondazione Francesca Rava N.P.H Italia Onlus), che vedrà in scena anche le nostre étoiles, Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, e i guest internazionali Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov, entrambi principal del Royal Ballet, in un programma che ripercorrerà alcuni dei ruoli che Nureyev ha reso indimenticabili, attraverso titoli in cui ognuno ritroverà il ricordo del danzatore e del coreografo più caro e indelebile.
Per assistere all’evento più importante, la rappresentazione del Don Chisciotte – uno dei veri cavalli di battaglia della compagnia scaligera, acclamato nel 2016 in coincidenza con il 400 anniversario della morte di Cervantes, sia alla Scala sia nella tournée a Tokyo, per i 150 anni dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone – bisognerà attendere fino a luglio, quando sei rappresentazioni del celebre balletto andranno in scena dal 10 al 18 del mese estivo.
Con la sua frizzante energia, con i caldi colori dell’allestimento di Raffaele Del Savio e Anna Anni, il Don Chisciotte di Rudolf Nureyev – in repertorio alla Scala dal 1980, quando Nureyev ne fu protagonista accanto a Carla Fracci – trasporterà il pubblico con freschezza, allegria, virtuosismi e ricchezza coreografica in una Spagna affascinante, tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore sospeso del Giardino delle Driadi.