Quanto è cambiato il racconto dell'eros, inteso come pulsione vitale universale, dagli Antichi Greci ai giorni nostri? Una mostra in apertura a Gela mette a confronto opere del V e IV secolo a. C. con gli interventi di una selezione di artisti contemporanei. Fino al 24 febbraio 2018.
A partire dal 26 gennaio, il Museo Archeologico Regionale di Gela accoglie la mostra Eros, dal mito al contemporaneo, attivando un confronto tra due epoche e due modi di relazionarsi con la sfera dei sentimenti e della sessualità.
Curata da Alba Romano Pace, con la consulenza di Angelo Mondo per la parte archeologica, la rassegna affianca statuette, anfore, vasi attici con figure rosse e crateri dipinti con scene erotiche del V e IV secolo a. C., in parte provenienti dall’Acropoli dell’antica Gela, con installazioni, dipinti, sculture e fotografie di artisti contemporanei.
Il comune racconto dell’eros, inteso come pulsione vitale universale, oltrepassa la dimensione temporale confrontando gli artisti, rimasti anonimi, che operarono nell’antica Gela e autori del nostro tempo.
Cinque le sezioni che si susseguono lungo il percorso espositivo, ciascuna capace offrire “un’espressione immutabile dell’eros“: il legame dell’eros con l’amore e con la morte, il suo rapporto con il corpo e con l’esercizio del potere sono alcuni dei temi affrontati.
Aperta fino al 24 febbraio e organizzata dal Polo museale regionale di Gela e Caltanissetta e dalla Galleria Lo Magno Arte Contemporanea di Modica, insieme a una pluralità di soggetti, Eros, dal mito al contemporaneo, si ispira alla precedente esperienza della collettiva itinerante Hotel Eros, curata anche in quel caso da Alba Romano Pace.
[Immagine in apertura: un’opera di Jojo Wang, parte della mostra Eros, dal mito al contemporaneo presso il Museo Archeologico Regionale di Gela]