24 Gennaio 2018
Uno degli artisti più originali del Cinquecento italiano è protagonista dell’affascinante esposizione in corso nella Capitale. Un excursus visivo su una pittura che ha fatto la storia dell'arte.
Si intitola iconicamente Arcimboldo la mostra che, fino all’11 febbraio, trova dimora presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica a Palazzo Barberini, nel cuore di Roma. Curata da Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori esperte dell’artista, la rassegna offre al pubblico un centinaio di opere legate a Giuseppe Arcimboldi.
Suddivisa in sei sezioni, la mostra raccoglie i capolavori più noti di Arcimboldo, i ritratti, le vetrate del Duomo di Milano e l’arazzo di Como, i disegni acquerellati per le feste di corte, in dialogo con dipinti e copie arcimboldesche, una serie di oggetti delle Wunderkammer imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate, e i disegni di erbari, frutta, animali, strumenti essenziali per implementare la conoscenza scientifica in questi campi.
Le personificazioni delle stagioni aprono la rassegna, contrapposte alle opere degli artisti contemporanei e inseriti nella scena creativa milanese in cui anche Arcimboldo lavorava, seguite dai ritratti eseguiti da quest’ultimo presso la corte asburgica. L’itinerario procede attraverso gli studi naturalistici e le Wunderkammer, le Teste reversibili e le pitture “ridicole”, che mettono in luce l’afflato innovativo e sperimentale tipico dell’arte di Arcimboldo.
La mostra fa anche da cornice a un ciclo di incontri in programma il 25 gennaio e l’8 e il 9 febbraio: una serie di focus su alcuni temi cardine della pittura dell’Arcimboldo, in compagnia di affermati studiosi quali Giacomo Berra, Lucia Tongiorgi Tomasi e Stefano Zuffi.
[Immagine in apertura: Giuseppe Arcimboldo, La Primavera, 1555-60 ca. Monaco di Baviera, Bayerische Staatsgemäldesammlungen]