2 Gennaio 2018
La Galleria Doppelgaenger di Bari dedica all’artista scomparso nel 2011 una mostra che ne ripercorre l’eccezionale storia. Vissuto come un senzatetto, costruiva da solo le sue macchine fotografiche, ricorrendo a materiali poveri e di riciclo.
È una mostra carica di suggestioni quella allestita, fino al 24 marzo, presso la Galleria Doppelgaenger di Bari. Miroslav Tichý – …ti serve innanzitutto una pessima macchina fotografica ‒ questo il titolo della rassegna ‒ offre al pubblico una selezione di 23 scatti firmati dal fotografo originario della Repubblica Ceca, vissuto come un clochard per tutta la sua esistenza.
Realizzate tra il 1960 e il 1985, le immagini raccontano i dettagli e i volti di soggetti evanescenti, colti da Tichý maniera furtiva, ricorrendo a una strumentazione fotografica costruita da lui stesso, attraverso materiali di recupero. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Praga, Tichý fu identificato dal regime comunista come un dissidente all’inizio degli anni Sessanta e rinchiuso in cliniche psichiatriche.
Fu l’artista-psichiatra svizzero Roman Buxbaum ‒ autore della video-intervista in mostra ‒ a scoprire il suo lavoro, sottoponendolo ad Harald Szeemann che lo propose quindi alla Biennale d’Arte Contemporanea di Siviglia del 2004. Da Zurigo a Parigi fino a New York, furono numerose le esposizioni che “riabilitarono” l’opera del fotografo.
La rassegna barese sancisce il meritato debutto del lavoro di Tichý in città e in una galleria privata.