Fino al 22 aprile, il Museum der Moderne di Salisburgo ripercorre la storia della fotografia con un'indagine sulle evoluzioni del concetto di spazio. Da quello architettonico a quello digitale, agli albori agli artisti contemporanei.
Nuovo appuntamento con la grande fotografia internazionale al Museum der Moderne Salzburg , in Austria, dove fino al 25 febbraio resta aperta la mostra Space & Photography. La relazione al centro dalla rassegna curata da Christiane Kuhlmann, del dipartimento Photography and Media Art, viene osservata in un’ottica storica estesa, che comprende il periodo dal 1860 ad oggi.
Nelle sei sezioni del percorso espositivo, Space & Photography riunisce una selezione di opere di 35 artisti provenienti da 14 Paesi, mettendo in evidenza la profonda evoluzione della nozione di spazio e della sua rappresentazione in una prospettiva globale.
Dalle sperimentazioni degli autori legati alla cosiddetta New Objectivity, come il fotografo e docente al Bauhaus László Moholy-Nagy, alla video installazione Book for Architects – presentata da Wolfgand Tillmans alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2014 – e ai lavori dell’italiano Giacomi Brogi, la mostra rileva come dagli albori della fotografia ad oggi si siano progressivamente affacciate e imposte anche inattese dimensioni spaziali, come quella architettonica e virtuale.
I visitatori sono anche incoraggiati a una partecipazione attiva, come avviene ad esempio nell’installazione How Not to Be Seen di Hito Steyerl, del 2013, che consente di sfuggire agli eccessi della sorveglianza negli spazi pubblici per tentare un’esplorazione dello spazio diventando invisibili.
[Immagine in apertura: photo by Ingrid Martens]