Seconda tappa per la trilogia di mostre sull'architettura milanese, dal primo dopoguerra al boom economico, organizzate dallo studio guidato da Alessandro Scandurra insieme a Urbanfile.
Non è un edificio qualsiasi quello scelto da Scandurra Studio e Urbanfile per il ciclo espositivo Milano Aperta, trilogia di mostre focalizzata sul racconto dell’architettura milanese, dal dopoguerra al boom economico, che proseguirà con un ulteriore appuntamento ad aprile.
Nella cornice di Paleocapa 7 – edificio costruito a Milano alla fine degli anni Quaranta dall’architetto Pietro Lingeri e recentemente ristrutturato proprio da Scandurra Studio – il 20 febbraio prende il via un confronto visivo sul tema della trasformazione del patrimonio edilizio milanese, reso possibile dall’accostamento tra immagini di edifici cittadini, noti o meno noti, di grande valore architettonico.
Fotografie storiche e immagini attuali si susseguono lungo l’intero percorso, permettendo di cogliere come la città sia continuamente sottoposta a processi di crescita e modifica, accompagnati da inevitabili cambiamenti del rapporto tra “edificio, contesto, vita e il vissuto degli spazi nel tempo“.
In particolare, in questa seconda mostra del progetto l’attenzione si concentra sul periodo immediatamente successivo la Seconda Guerra Mondiale: dalla distruzione dovuta al grande conflitto mondiale Milano seppe rialzarsi, partecipando anch’essa al processo di ricostruzione che investì tutto il Paese.
I progetti selezionati riaccendono dunque i riflettori su diverse generazioni di autori, tra cui alcuni di grande rilievo come Piero Bottoni, Luigi Moretti, Vico Magistretti, Armin Mieli (suo il Centro Svizzero, nell’immagine storica in apertura), Pietro Lingeri e Gigi Ghò; presente un focus sugli edifici alti e a torre, il cui sviluppo nel contesto milanese venne sostenuto dal crescente successo dell’ascensore.