I capolavori di Caravaggio e dei pittori del Seicento, presenti nella collezione permanente della Galleria degli Uffizi, sono visibili da pochi giorni all'interno di un allestimento rinnovato, unificato dall'impiego di una speciale tonalità di rosso nelle pannellature espositive.
A pochi giorni dall’inaugurazione dell’Auditorium Giorgio Vasari, la Galleria degli Uffizi di Firenze ha svelato al pubblico un’altra importante novità. Celebrata con una giornata di apertura straordinaria, la presentazione dei lavori che hanno interessato il piano primo dell’ala di Levante ha permesso di scoprire il rinnovato allestimento di ben otto sale. Coordinato dal direttore Eike Schmidt, coadiuvato dalle curatrici Anna Bisceglia, Francesca de Luca e Maria Matilde Simari, il progetto ha interessato un’ottantina circa di opere, eseguite tra gli altri da autori di primissimo piano come Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Gherardo delle Notti, Rubens, van Dyck e Rembrandt.
Tra realtà e magia; Caravaggio e Artemisia; Caravaggio: La Medusa; Caravaggio: Il Bacco; Lume di notte; Rembrandt e Rubens; Galileo e i Medici; Epica Fiorentina sono le denominazioni assegnate alle sale, il cui allestimento museografico e l’intervento illuminotecnico sono stati progettati dagli architetti Antonio Godoli e Nicola Santini. L’operazione è stata finanziata dagli Amici degli Uffizi e da Friends of the Uffizi.
Dal punto di vista cromatico, l’intervento è unificato dall’impiego di un distintivo colore per tutte le pannellature sulle quali sono stati posizionati i dipinti. Si tratta di una speciale tonalità di rosso – “deciso ma un po’ filtrato” – ricavato da un modello tessile del Seicento e realizzato con pigmenti naturali impiegati anche all’epoca.
L’obiettivo dell’intervento – ennesimo tassello del piano di rinnovamento della Galleria degli Uffizi – è “creare un’esperienza intellettuale sia per i non specialisti, che per gli esperti della materia. Grazie all’accostamento di pittura fiorentina e del resto d’Italia, con dipinti d’oltralpe, si recupera lo spirito internazionale del gusto dell’epoca, aperto a suggestioni provenienti da ogni paese”, ha sottolineato alla stampa il direttore Schmidt.
Ulteriori dettagli sono stati inoltre forniti dall’architetto Godoli, che ha messo in evidenza come “riaprendo la ampie finestre a lunetta, si è cercata una combinazione di luce artificiale e luce naturale. L’accento cromatico nei toni del rosso cinabro su pannelli indipendenti e staccati dalle pareti precede e introduce alle sale propriamente espositive dove il colore è presente in maniera diffusa; invece nelle sale che si affacciano sul piazzale degli Uffizi, la zona espositiva è circoscritta e definita con pannelli dipinti, quasi uno spazio autonomo e a se stante dal percorso, attraverso le porte in successione, verso l’attuale uscita dal museo”.