Lui è JR, uno dei più conosciuti street artist a livello mondiale. Anche lei non ha bisogno di presentazioni: Agnès Varda è una stella della Nouvelle Vague, prima regista donna a vincere l'Oscar alla carriera. Dal loro inedito incontro è nato un documentario, che ora giunge nei cinema italiani.
Cosa ci fanno la più famosa regista della Nouvelle Vague e uno degli astri indiscussi della street art internazionale, assieme su un furgone che attraversa mezza Francia?
Per quanto paradossali possano sembrare le premesse, dalla formazione della strana coppia composta da Agnès Varda – prima regista donna vincitrice di un Oscar alla carriera – e JR è nato il documentario Visages, Villages: un viaggio tra visi e villaggi, come recita il titolo, alla ricerca di persone autentiche e di luoghi la cui poesia dimenticata sta nei dettagli.
Acclamato al Festival di Cannes, candidato all’Oscar come miglior documentario, Visages, Villages arriva dal 15 marzo nelle sale italiane, distribuito dalla Cineteca di Bologna, che già da tempo è coinvolta proprio nel restauro dei film di Agnès Varda, a cominciare dal suo debutto, La Pointe courte.
L’anteprima del documentario avverrà a Milano, presso la Fondazione Prada, lunedì 12 marzo, alla presenza della stessa regista.
Nei prossimi giorni, dunque, gli spettatori italiani avranno modo di salire a bordo del mezzo su cui JR viaggia in cerca dei volti che poi ritrae – sempre in formati extra-large, cifra stilistica che ormai l’ha reso celebre in tutto il mondo.
Più che un backstage del processo creativo dello street artist, però, Visage, Villages è un road movie in cui due diverse generazioni di artisti si incontrano, a dispetto della differenza di età e quindi del gap di esperienze di cui sono portatori. Un rapporto che va crescendo nel corso della proiezione, alimentato dal reciproco rispetto per le opere realizzate, ma soprattutto rinsaldato dalla comune attenzione per le persone.
Come nota la stessa Varda, rivolgendosi a JR: “Occhi e sguardo sono importanti nel tuo lavoro. E sono importanti nel film. Tu ci vedi molto bene, a compensare la mia vista sfocata, e paradossalmente i tuoi occhi sono sempre nascosti dietro un paio di occhiali neri. Ci sorprendiamo a vicenda. Spero che sorprenderemo soprattutto gli spettatori, con il nostro rapporto e con le incredibili testimonianze che abbiamo raccolto. Ci sono parole che non dimenticherò mai”.