Classe 1942, a partire dagli anni Settanta Martha Cooper ha iniziato a documentare la scena artistica di New York, prestando particolare attenzione al contesto della street art. Torino celebra la sua carriera con un'ampia retrospettiva e un incontro.
Doppio appuntamento nel capoluogo piemontese con la fotografa statunitense Martha Cooper, nota per aver documentato, fin dagli esordi, l’universo della street art newyorkese. L’artista sarà infatti protagonista di un incontro in programma mercoledì 21 marzo – dalle 18.30 – negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, a Torino, città che dal prossimo 14 marzo le renderà omaggio con l’apertura di Martha Cooper: On the Street, la più ampia mostra dedicata al suo lavoro mai organizzata in Italia.
La rassegna espositiva coinvolge ben 3 sedi espositive – oltre CAMERA, anche il Cortile del Rettorato e la Biblioteca del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino – e propone un’immersione nella carriera artistica della fotografa, alla scoperta delle evoluzioni del suo stile e del suo linguaggio.
In particolare, la sezione ospitata presso CAMERA si concentra sulla primissima fase della sua attività. Curata da Enrico Bisi e compresa nel palinsesto di Sottodiciotto Film Festival & Campus, questa parte della retrospettiva si snoda tra circa 45 scatti in bianco e nero risalenti alla metà degli anni Settanta.
Ad emergere, come ha sottolineato il curatore, è la vita quotidiana di New York: “Nelle sue fotografie ci sono i sorrisi sdentati di ragazzini in mezzo alle macerie del Bronx, ci sono ‘Carrie’, ‘Super Fly’ e ‘Saturday Night Fever’ al cinema. I suoi soggetti sembravo volare, per saltare una pozzanghera e non infangarsi le scarpe, per tuffarsi in acqua, per lanciarsi dalle scale antincendio su un materasso sgualcito, per fare capriole, saltare con lo skate oppure volteggiare aggrappati a una fune che funge da altalena. Attraverso l’obiettivo, Martha Cooper cerca sempre qualcosa di vitale, che si muove, che respira, cerca quel battito, quel ‘beat’, che un momento c’è e quello dopo non c’è già più. È l’effimero che si respira in ogni fotografia della Cooper e si ha la sensazione di guardare qualcosa che non esiste già più.”
La mostra torinese resterà aperta fino all’8 aprile.