È un Matisse meno noto, per il quale creare forme e colori ha corrisposto a un percorso di sottrazione, a un cammino verso l’essenziale, quello presentato nella nuova mostra della Kasa dei Libri di Milano. Fino al 18 maggio prossimo.
Come annunciato da Andrea Kerbaker, alla Kasa dei Libri di Milano il 2018 è l’anno dedicato a Henri Matisse. Il 21 marzo si alza il sipario sul primo appuntamento dedicato al pittore, incisore, illustratore e scultore francese, un’occasione che promette di svelare una parte della sua produzione meno nota e direttamente legata al periodo trascorso in sedia a rotella.
Curata dallo stesso Kerbaker e visitabile fino al 18 maggio, Le matite di Matisse si snoda tra 4 sezioni espositive – cataloghi, disegni, gouaches decoupées e rassegna stampa – aprendo un varco anche nella sua storia personale.
Soprattutto nei disegni esposti, ad essere svelato è il carattere riservato di Matisse, lo stesso che lo spinse ad abbandonare Parigi per trasferirsi nel sud della Francia e coltivare solo una serie di relazioni e amicizie fidate. Il tratto grafico dei suoi disegni testimonia l’assoluta semplificazione della forma, come emerge da Repli, il libro d’artista pubblicato a Parigi nel 1947, la cui edizione originale – tirata in poco più di 300 copie, comprensiva di 12 litografie di Matisse e del testo dello scrittore André Rouveyre – è anch’essa inclusa nel percorso di visita.
Ispirate a un analogo desiderio di essenzialità sono anche le gouaches découpées: negli anni peggiori della malattia, limitato nella mobilità, Matisse diede vita a un nuovo modo di creare, ricorrendo a semplici sagome ritagliate sulla carta. Un immenso lavoro di sintesi, nel quale colore, forma e dimensioni essenziali accordati insieme definiscono opere d’arte innovative e complesse.
Per l’intera durata de Le matite di Matisse sarà proposto un ciclo di laboratori per le scuole primarie e le famiglie, promossi con l’obiettivo di familiarizzare con l’artista e le sue differenti tecniche.