Agli opposti dell'Europa, le Fiandre e la Sicilia sono in realtà unite da profondi e secolari scambi culturali, che risalgono già a metà del Cinquecento. Ne sono la prova i capolavori in mostra a Palazzo Ducale, fino al prossimo 28 maggio.
Cos’hanno in comune la Sicilia, le Fiandre e l’Olanda? L’arte, che nel corso dei secoli ha la straordinaria capacità di avvicinare regioni anche diverse tra loro. Ne è una prova la mostra Sicilië – Pittura Fiamminga, in corso fino al 28 maggio all’interno di Palazzo Reale a Palermo.
Promossa dalla Fondazione Federico II e dall’assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, l’esposizione si muove su un doppio binario. Da una parte, presenta una selezione di importanti dipinti fiamminghi giunti in Sicilia attraverso committenze artistiche e acquisizioni da parte di appassionati collezionisti; dall’altro, racconta come gli artisti di origine fiamminga e olandese fossero attivi nel solco delle tradizioni isolane già a partire dal Cinquecento.
Spicca nel percorso espositivo un’opera che finalmente viene svelata al pubblico dopo 32 anni di oblio: una tavoletta in legno raffigurante Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto, parte di un trittico di cui risulta dispersa la parte centrale.
Numerosi, inoltre, sono i capolavori che vale la pena menzionare. Tra questi, sicuramente vi è l’opera più celebre di Mabuse – ovvero Jean Gossart: il Trittico di Malvagna (di cui riportiamo in fronte nell’immagine in apertura), finissima opera miniaturista che rappresenta una Madonna col bambino tra angeli, ancora Santa Caterina d’Alessandria e Santa Dorotea, mentre sul retro del pannello campeggia lo stemma della famiglia dei Lanza.
Dalla collezione Chiaramonte Bordonaro è giunta invece la Madonna con Bambino di Anton van Dyck, già allievo di Rubens la cui fama sarà destinata a raggiungere quella del Maestro; sempre di van Dyck è presente in mostra una Crocifissione (conservata in una collezione privata a Palazzo Alliata di Villafranca), che riscosse già tra i contemporanei un gran successo per la maestria nel cogliere il Cristo proprio quando esala l’ultimo respiro.