La mostra curata da Marco Scotini a Milano, negli ambienti di FM Centro per l’Arte Contemporanea, approfondisce i legami fra mondo occidentale e orientale, sulla scorta delle arti performative.
Si intitola The Szechwan Tale. China, Theater and History la mostra ospite di FM Centro per l’Arte Contemporanea, a Milano, fino al prossimo 15 luglio. A cura di Marco Scotini, la rassegna si inscrive nel solco delle esposizioni precedenti ‒ Non-Aligned Modernity, dedicata all’arte dell’Est Europa, e Il Cacciatore Bianco/The White Hunter, incentrata sull’arte africana, ampliando ancora una volta i confini e guardando a Oriente.
Il teatro e la Storia rappresentano i nodi tematici attorno ai quali prende forma la mostra, concepita come un meta-teatro in cui più di 30 artisti cinesi e internazionali ‒ del calibro di Chen Zhen, Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi, Piero Gilardi, Qiu Zhijie e Joan Jonas ‒ decostruiscono gli elementi della macchina teatrale, ovvero pubblico, sipario, attore, scenografia, costumi, testo e musica, intesi come metafora di altrettanti fenomeni storici e dinamiche sociali.
Evoluzione del progetto messo in scena da Scotini ad Anren, in Cina, nel corso dell’omonima Biennale, la rassegna chiama in causa fotografia, video, installazione e pittura, evocando fin dal titolo il proprio legame con l’universo teatrale.
The Szechwan Tale si ispira infatti all’opera di Bertolt Brecht The Good Person of Szechwan, messa in scena da Strehler al Piccolo Teatro di Milano nel 1957-58. Il dialogo con il mondo performativo è rafforzato ulteriormente dai richiami a Mei Lanfang, uno dei capisaldi del teatro cinese moderno, vero e proprio modello di riferimento per le avanguardie russe e tedesche.
[Immagine in apertura: Qiu Zhijie, The Greeting, 2013. Installation view at Anren Biennale, 2017. Courtesy Anren Biennale and GALLERIA CONTINUA San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana]