Curata da Norman Foster e da Tommaso Fantoni, la retrospettiva dedicata all'architetto, artista, designer e imprenditore italiano, è la prima completa ed esaustiva sul suo multiforme lavoro. Fino al 16 settembre prossimo.
Anticipata dal progetto speciale Villa Borsani: Casa Libera!, curato da Ambra Medda e presentato in concomitanza della Milano Design Week 2018, la nuova mostra inaugurata alla Triennale di Milano costituisce un vero e proprio evento.
Per la prima volta, infatti, la carriera dell’architetto, artista, designer e imprenditore lombardo Osvaldo Borsani, scomparso nel 1985, viene analizzata da un progetto espositivo dedicato, che concede ai visitatori di immergersi nel multiforme universo progettuale dell’autore e di cogliere i suoi valori.
Curata dall’architetto inglese Norman Foster e da Tommaso Fantoni, nipote di Borsani, e resa possibile grazie al contributo della Norman Foster Foundation e dell’Archivio Osvaldo Borsani, la retrospettiva ricostruisce in maniera completa il profilo di una figura ancora tutta da scoprire, riunendo insieme oltre 300 opere.
Pezzi unici, prodotti industriali, documenti di archivio, arredi e schizzi originali ripercorrono cinquant’anni di attività del progettista, evidenziando la portata del suo contributo innovativo in vari ambiti produttivi.
Considerato uno dei “pionieri dell’unione di artigianato e industria, estetica e ingegneria“, Borsani ha operato in un momento decisivo nella storia del design italiano, contraddistinto dalla favorevole congiunzione tra boom economico, progresso tecnologico e sviluppo delle arti. Co-fondatore, insieme al fratello Fulgenzio, dell’azienda Tecno nel 1953, oltre che dalla retrospettiva milanese il progettista viene quest’anno omaggiato anche dal volume monografico, di recente pubblicazione, Osvaldo Borsani: Architect, Designer, Entrepreneur, edito da Skira e curato da Giampiero Bosoni.