Fino al 2 settembre, al Cube Design Museum di Kerkrade sono esposti cento modelli straordinari di scarpe, selezionati dalla curatrice italiana Elisabetta Pisu. Dal modello destrutturato progettato da Zaha Hadid a sorprendenti esemplari completamente riciclabili.
Le scarpe? “Dicono tutto di noi. Lo status sociale, la personalità, uno spirito convenzionale o anticonvenzionale“: ad affermarlo è la curatrice Elisabetta Pisu, che per il Cube Design Museum di Kerkrade – nel sud dell’Olanda – ha scelto 100 sorprendenti esemplari a costituire il percorso della mostra Heaven or Hell? Extraordinary Shoe Design.
Co-prodotta da IMF Foundation, la rassegna analizza le ultime frontiere del settore calzaturiero a partire da 6 nuclei tematici, abbracciando questioni come la tecnologia, le evoluzioni sul fronte dei materiali o la sostenibilità.
Tra i modelli selezionati, non mancano le scarpe disegnate da grandi designer del nostro tempo, da stilisti di fama internazionale – tra cui Yves Saint-Laurent, Coco Chanel e la Maison Ferragamo – e persino da architetti che hanno prodotto un profondo cambiamento nell’ambito della progettazione. È il caso delle Nova Shoes: disegnate dall’archistar Zaha Hadid per il marchio United Nude, nel 2013, possono essere considerate l'”emblema della scarpa destrutturata“, sebbene il tacco di 16 centimetri risulti, almeno a una prima osservazione, una dotazione non particolarmente comoda.
Di particolare interesse anche i modelli che aprono un varco sul fronte della sperimentazione dei materiali: le scarpe Ultra 3, ad esempio, sono realizzate dal’azienda britannica Vivobarefoot impiegando delle alghe; la porcellana è il materiale con cui la designer Laura Papp crea le sue Porcelain Shoes, impreziosite da dettagli desunti dall’architettura della Sagrada Familia di Barcellona.
[Immagine in apertura: photo by Kenneth Tan Fotografie]