Il tema del lavoro è al centro dell’esposizione allestita a Palazzo Cucchiari e incentrata sull’epoca che, dall’Unità d’Italia, raggiunge la Grande Guerra. Fra i protagonisti, Pellizza da Volpedo e Giacomo Balla.
Tocca un argomento sempre attuale la mostra Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo e Balla, ospite fino al 21 ottobre di Palazzo Cucchiari, a Carrara. Curata da Massimo Bertozzi ed Ettore Spalletti, l’esposizione riunisce oltre 50 opere di collezioni pubbliche e private che ritraggono il mondo del lavoro attraverso lo sguardo degli artisti.
Legati a un preciso periodo storico, compreso fra l’unità italiana e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i dipinti sono suddivisi in 7 sezioni ‒ il lavoro domestico, il lavoro nei campi, il lavoro in mare e nei fiumi, il commercio, il lavoro nelle officine e nelle manifatture, il lavoro in miniera e nelle cave, la condizione sociale ‒ portando alla ribalta i volti e i gesti della gente comune, colta nel tentativo di affermare la propria identità o di affrancarsi dal sistema.
Si collocano in questo sfondo le opere di Fattori, Morbelli e Signorini, al limite tra estetica macchiaiola e verismo, di Pellizza da Volpedo, autore del celeberrimo Quarto Stato, di Vincenzo Vela, in mostra con il Monumento alle Vittime del Lavoro, e del pre-futurista Giacomo Balla, solo per citarne alcune. Il risultato è un racconto corale che fotografa un periodo storico di grande rinnovamento, anche e soprattutto in ambito sociale.
[Immagine in apertura: Plinio Nomellini, Messi d’oro, Banco BPM]