A caccia di luoghi insoliti in giro per il mondo? Il progetto Rabbit Town, nella città indonesiana di Bandung, mette d'accordo grandi e piccoli amanti degli autoscatti, grazie a una serie di ambientazioni giocose e irriverenti che, in alcuni casi, ricordano molto da vicino installazioni di grandi artisti contemporanei.
Potrebbero essere uscite dagli studi di artisti come Chris Burden e Yayoi Kusama, alcune delle installazioni riprodotte all’interno di Rabbit Town, un parco divertimenti situato nella città indonesiana di Bandung che promette di fare la gioia dei maniaci del selfie.
Ogni sala di questa singolare attrazione, da qualcuno denominata anche “museo”, è stata infatti pensata con un occhio di riguardo per gli autoscatti e per la successiva condivisione via Instagram.
Le ambientazioni presenti all’interno di Rabbit Town incoraggiano anche i più restii a cedere alla tentazione di scattare il “selfie perfetto”, grazie a “micro-stanze” e sfondi accattivanti ad alto tasso creativo.
L’idea è stata sviluppata dall’imprenditore nel settore della ricettività Henry Husada, sul quale sono tuttavia piovute anche una serie di critiche. Nel percorso di visita di Rabbit Town sono infatti incluse “riproduzioni” di installazioni di artisti di fama globale.
È il caso della cosiddetta Sticker Room, all’interno della quale i selfie-lovers possono modificare superfici nate come bianche e immacolate ricorrendo ad adesivi removibili di vari colori: una modalità che presenta delle evidenti analogie con la celeberrima Obliteration Room, tra le opere più identificative dell’artista giapponese Yayoi Kusama.
Nonostante le perplessità sollevate, è sufficiente navigare su Instagram per verificare il successo del progetto, tra micro-ambienti illuminati da lampade a forma di cono gelato, fondati arcobaleno e stanza piene di gonfiabili, che riproducono ciambelle over-size, o caschi di banane multicolore.