Dopo Jeff Koons, Xavier Veilhan, Takashi Murakami, Bernar Venet, Joana Vasconcelos, Giuseppe Penone, Lee Ufan, Anish Kapoor, Olafur Eliasson e l'esperienza delle "collettiva invernale" del 2017, prosegue il progetto artistico che lega gli artisti del nostro tempo al Palazzo e ai Giardini di Versailles.
Con Sugimoto Versailles taglia il traguardo dell’undicesima edizione lo speciale “format” che, a partire dal 2008, ha aperto all’arte contemporanea gli spazi della storica reggia francese, alle porte di Parigi. L’annuale esposizione, visitabile quest’anno fino al 17 febbraio 2019, ha come protagonista assoluto l’artista giapponese Hiroshi Sugimoto. Classe 1948, l’autore ha scelto di misurarsi – ed è la prima volta – con i giardini e gli edifici della tenuta del Grand Trianon.
Tra arte, architettura e performance, il suo progetto espositivo – curato da Alfred Pacquement, Commissario per l’arte contemporanea a Versailles e da Jean de Loisy, Presidente del Palais de Tokyo – si inserisce nel solco già avviato da Takashi Murakami nel 2010, primo artista di nazionalità giapponese selezionato nell’ambito di questa prestigiosa operazione.
Noto per la sua eclettica produzione, Sugimoto ha concepito un’esposizione site-specific per questa tenuta della Reggia, nella quale saranno evocati alcune atmosfere riferibile al Giappone. La costruzione di quest’area ebbe inizio sotto Luigi XIV, che individuò per il Grand Trianon Palace l’area all’estremità del ramo settentrionale del Canal Grande. Nell’immaginario collettivo, si tratta della porzione della storica proprietà più strettamente associata alla figura della Regina Maria Antonietta, che cercò regolarmente “rifugio” nel Petit Trianon e commissionò la progettazione dei meravigliosi giardini, situati attorno al villaggio di case in stile rustico.
“La mia attività artistica è iniziata con la fotografia, lavorando in due dimensioni. Dopo aver esposto per anni le mie fotografie in spazi di galleria difficili da usare, ho deciso di diventare io stesso un architetto per creare spazi tridimensionali. Da lì il mio interesse si è poi evoluto verso la performance – che aggiunge l’elemento del tempo, la quarta dimensione, allo spazio – e sono diventato un produttore teatrale. Lungi dall’andare verso l’armonia, come ci si potrebbe ragionevolmente aspettare, la mia carriera artistica sembra andare verso il disordine“, ha affermato Hiroshi Sugimoto, sintetizzando in modo molto suggestivo il proprio percorso artistico.