A vent’anni dall’ultima retrospettiva, la Spagna dedica una grande mostra all’artista originario di Lipsia. Ripercorrendone la carriera e lo stile, in equilibrio fra realismo e rimandi simbolici.
Il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid si prepara ad accogliere una mostra molto attesa. Dal 25 ottobre al 27 gennaio 2019, la sede madrilena farà da cornice a Beckmann. Exile figures, omaggio espositivo a uno degli artisti più iconici del secolo scorso, autore di opere pittoriche, ma anche scultoree e litografiche, caratterizzate da un realismo denso di rimandi allegorici.
Curata da Tomàs Llorens, la rassegna punta i riflettori su 52 lavori, per lo più dipinti, in prestito da numerose sedi internazionali, che includono pietre miliari come The Boat (1926), Society, Paris (1931) e The Argonauts (1949-50), il trittico concluso da Beckmann il giorno in cui morì, nel 1950, a New York.
Sono due le sezioni che compongono la mostra madrilena: la prima, più raccolta, si focalizza sulla permanenza dell’artista in Germania, dagli anni antecedenti alla Prima Guerra Mondiale fino all’ascesa del nazismo, quando a Beckmann fu vietata l’esposizione dei suoi lavori in pubblico.
La seconda sezione abbraccia gli anni trascorsi ad Amsterdam (dal 1937 al 1947) e quelli newyorkesi (dal 1947 al 1950), usando l’esilio come criterio tematico di riferimento. Un esilio sia concreto sia figurato, in accordo con un linguaggio pittorico messo a punto da Beckmann distanziandosi dalle linee guide dell’epoca.
[Immagine in apertura: Max Beckmann, Cabins, 1948, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf]