Il celeberrimo street artist, di cui continuiamo a ignorare l'identità, torna a far parlare di sé, rivendicando la paternità di un murale comparso sulla facciata di un garage a Port Talbot, in Gran Bretagna.
Ogni volta che Banksy “mette a segno” un nuovo intervento urbano, l’attenzione mondiale si catalizza sull’opera in questione, specie se è lo stesso artista a confermare di esserne l’autore. È quanto accaduto in seguito alla comparsa di un murale su un garage a Port Talbot, cittadina tristemente nota in Gran Bretagna per il livello di inquinamento registrato a causa delle industrie che la popolano.
Lo “zampino” di Banksy sarebbe confermato dalla presenza di un video dedicato al graffito sul profilo Instagram dello street artist e da una serie di immagini postate sul suo sito. In effetti, il tema del murale ben si adatta alla poetica di Banksy, da sempre interessato a mettere in luce, con sferzante sarcasmo, le problematiche più attuali.
Il protagonista dell’opera è un bambino che, a prima vista, sembra essere immortalato sotto una cascata di neve, con le braccia spalancate e la bocca aperta per afferrare i fiocchi ghiacciati. Insomma, un soggetto insolitamente rassicurante, diremmo quasi a tema natalizio, per Banksy…
Girando l’angolo, però, il graffito appare nella sua interezza, mostrando un cassonetto in fiamme da cui proviene la nuvola di cenere – e non di neve – che avvolge il bambino. Si tratta di una chiara allusione all’inquinamento che minaccia la città inglese, invasa lo scorso luglio da una nube di polvere nera emanata dalle acciaierie della zona.
[Immagini tratte da banksy.co.uk]