A 150 anni dalla nascita, la città natale del pittore, illustratore, scenografo teatrale e pubblicitario italiano dedica a Leopoldo Metlicovitz la prima retrospettiva monografica. Un grande progetto espositivo nel quale saranno coinvolte, secondo uno specifico calendario, tre sedi espositive, a Trieste e Treviso, fino ad agosto.
Ha preso il via, al Civico Museo Revoltella e al Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, la grande monografica Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità, che la città di Trieste dedica a uno dei suoi artisti a 150 anni dalla nascita.
Il progetto espositivo – presentato nelle due sedi fino al 17 marzo 2019 e successivamente trasferito al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, dal 6 aprile al 18 agosto 2019 – intende ricostruire il profilo di un artista al quale si deve l’ideazione e la realizzazione di decine di iconici manifesti, entrati nell’immaginario collettivo e in grado di restituire tutto il sapore dell’epoca a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Annoverato tra i padri del cartellonismo italiano, Leopoldo Metlicovitz lega il proprio nome alle Officine Grafiche Ricordi di Milano. Per questa azienda lavorò per decenni, sviluppando l’identità grafica di numerosi prodotti commerciali e industriali, di film, spettacoli e grandi eventi.
Suo, ad esempio, il progetto grafico per l’Esposizione internazionale di Milano del 1906, così come i manifesti per opere liriche come Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot e per alcune pellicole del cinema muto, tra cui Cabiria, storico precursore del kolossal.
Considerato il “Maestro” di Marcello Dudovich, suo giovane concittadino, Metlicovitz viene celebrato come un pioniere della moderna pubblicità. La sua maestria raggiunse piena manifestazione anche nei cosiddetti “avvisi figurati”, opere delle quali fu disegnatore e inventore che contribuirono, grazie alla capillare diffusione attraverso pubbliche affissioni, a riscrivere il volto delle città tra i due secoli. Lavori, dunque, che si possono inserire all’interno di quella corrente “modernista” che attraversò le arti applicate con varie declinazioni locali, tra cui Jugendstil, Modern Style, Art Nouveau, Liberty.
Curata da Roberto Curci e diretta da Laura Carlini Fanfogna e Marta Mazza, la monografica prende in esame l’intera produzione dell’artista.
Il percorso di visita, scandito da opere provenienti in larga parte dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, dalle collezioni civiche del Civico Museo Revoltella e del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” oltre che da raccolte private, analizza i diversi formati e supporti con i quali si è “misurato” Metlicovitz.
Insieme a 73 manifesti, alcuni dei quali in formato maxi, sono presenti tre dipinti e una ricca selezione di lavori della cosiddetta “grafica minore”, come cartoline, copertine di riviste e spartiti musicali.
Nella tappa di debutto, a Trieste, la mostra prevede 8 sezioni espositive, sette delle quali allestite al Civico Museo Revoltella; nella Sala Attilio Selva al pianterreno di Palazzo Gopcevich, sede del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, è invece visitabile la sezione dedicata ai manifesti teatrali per opere e operette.
Affiancata da un raffinato catalogo di Lineadacqua Edizioni, Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità costituisce dunque l’occasione privilegiata per conoscere un “eccellente artista, caratterialmente schivo ed estraneo ad ogni mondanità“, come ha osservato il curatore, che fu contemporaneamente uno “straordinario cartellonista, certo, ma anche eccellente pittore ed efficace grafico e illustratore“.
[Immagine in apertura: Leopoldo Metlicovitz, La Sera, 1898, cromolitografia su carta, 54,3 x 94 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso]