La mostra allestita al Museo di Castelvecchio ripercorre la storia della bottega artistica di Domenico e Felice Brusasorzi, stirpe creativa che fu un modello per intere generazioni, non soltanto a livello locale.
Tesse le trame di una storia familiare e artistica, la mostra Bottega, Scuola, Accademia. La pittura a Verona dal 1570 alla peste del 1630, allestita nella sala Boggian del Museo di Castelvecchio, a Verona, fino al 5 maggio 2019. Curata da Francesca Rossi e Sergio Marinelli, la rassegna pone l’accento su un fertile periodo della produzione creativa veronese, evocando la storia della bottega “a conduzione familiare” di Domenico e Felice Brusasorzi.
Le 61 opere esposte, tra disegni, dipinti, strumenti musicali e documenti, custoditi dalle collezioni civiche e frutto di importanti prestiti, ripercorrono le vicende della bottega più operosa e amata a Verona tra Cinquecento e Seicento, fucina di talenti cresciuti nel solco della tradizione pittorica dei Brusasorzi.
Sante Creara, Alessandro Turchi, Pasquale Ottino e Marcantonio Bassetti sono solo alcuni degli allievi formatisi nella bottega veronese che durante il corso del Cinquecento, e fino al diffondersi della peste nel 1630, conobbe un periodo particolarmente florido. Saldamente calata nel contesto locale, la bottega guardava anche alle tendenze artistiche della vicina Venezia e alle istanze europee, distinguendosi grazie alla vitalità espressiva che la caratterizzava.
[Immagine in apertura: Alessandro Turchi, Piramo e Tisbe, 1625 circa. Verona, Musei Civici]