Il Museum of Fine Arts di Boston ospita un focus sulla fotografia di Ansel Adams, messa a confronto con le sue fonti di ispirazione e con le ricerche di alcuni artisti di oggi. Nel solco della ricerca sul paesaggio e l'ambiente, anche in chiave ecologista.
Chiama in causa il repertorio visivo del Novecento assieme a quello del Nuovo Millennio, la mostra allestita dal 13 dicembre al 24 febbraio 2019 presso il Museum of Fine Arts di Boston. Ansel Adams in Our Time prende spunto da alcuni capolavori del fotografo americano per dare forma a un’indagine sulla rappresentazione del mondo naturale e delle risorse ambientali, inclusi i diritti e i doveri a essi legati.
Dopo la rassegna del 2005, la fotografia di Ansel Adams torna quindi ad animare il museo statunitense, puntando lo sguardo ancora una volta sull’attualità del mezzo da lui utilizzato e dei soggetti chiamati in causa dai suoi scatti.
Le stampe in bianco e nero di Ansel Adams saranno esposte accanto alle opere dei suoi “maestri”, fotografi cui l’autore si rifece, spesso replicandone anche soggetti e scorci e trasformandoli in emblemi del territorio naturale americano.
L’eredità di Carleton Watkins, Eadweard Muybridge, Frank Jay Haynes e Timothy O’Sullivan affiancherà non solo le prove fotografiche di Adams, ma anche gli scatti di artisti contemporanei, che a loro volta hanno recepito la lezione di quest’ultimo. Mark Klett, Trevor Paglen, Abelardo Morell, Victoria Sambunaris, Binh Danh e Catherine Opie sono solo alcune delle personalità in mostra che hanno ripreso alcune delle tematiche care ad Adams, quali l’attenzione alle dinamiche naturali e all’urbanizzazione e l’interesse nei confronti degli ambienti più incontaminati.
[Immagine in apertura: Ansel Adams, The Tetons and Snake River, Grand Teton National Park, Wyoming, 1942, The Lane Collection. © The Ansel Adams Publishing Rights Trust]