In occasione del simposio in programma il prossimo 31 gennaio saranno presentati gli esiti dell'importante azione di studio e dei lavori effettuati nella tomba dell'antico sovrano, a cura del Getty Conservation Institute e degli specialisti dell'Egyptian Ministry of Antiquities. Durato quasi un decennio, si tratta del più approfondito lavoro condotto sul sito, dopo la sua scoperta nel 1922.
Scoperta da Howard Carter nel 1922, la tomba di Tutankhamon è uno dei siti di maggiore rilievo della Valle dei Re, nell’odierna Luxor. Il suo ritrovamento viene considerato tra i più grandi successi dell’egittologia e, anche a distanza di anni da quell’evento, il sito è sempre rimasto al centro dell’attenzione mediatica, alimentando l’interesse degli specialisti del settore.
La più significativa e approfondita azione di studio condotta al suo interno si è recentemente conclusa dopo quasi un decennio di durata; è stata coordinata dal GCI – Getty Conservation Institute in concerto con l’Egyptian Ministry of Antiquities.
Gli esiti dei lavori di conservazione, ricerca e miglioramento infrastrutturale saranno presentati in maniera ampia in occasione di un simposio in programma il 31 gennaio prossimo; nell’attesa, la prestigiosa istituzione statunitense ha diffuso alcuni dati salienti. “Questo progetto ha notevolmente ampliato la nostra comprensione di uno dei luoghi più importanti dell’antichità“, hanno infatti anticipato Tim Whalen, John E. e Louise Bryson del Getty Conservation Institute.
All’inizio di questi lavori le autorità egiziane erano preoccupate per la presenza di macchie marroni nelle pareti interne e di graffi e abrasioni sui dipinti murali: si trattava di danni provocati dai turisti e dalle troupe cinematografiche che, nei decenni, hanno attraversato con le loro altre attrezzature i vani della tomba.
È anche con l’obiettivo di ridurre drasticamente i possibili pericoli connessi con il passaggio dei visitatori che nel 2009 è stata intrapresa questa iniziativa congiunta di conservazione. Dopo un intenso periodo di studio, i conservatori hanno iniziato a prendersi cura delle “emergenze”, indirizzando successivamente le loro attenzioni e i loro sforzi nell’installazione di un sistema di ventilazione e filtrazione in grado di limitare l’umidità, generata dal passaggio delle persone, e il deposito di polveri. Una volta all’interno della tomba, infatti, i tecnici hanno rilevato che le “condizioni ambientali erano molto più gravi dello sfaldamento pittorico“, come ha precisato Lori Wong, del Getty Conservation Institute.
In ogni caso, dati rassicuranti sono stati diffusi anche in merito ai celebri dipinti: “Hanno più di 3.000 anni e, considerata la loro età, la condizione è abbastanza buona. Non abbiamo fatto alcuna riverniciatura o restauro. Tutto ciò che è visibile nella tomba è originale“, ha dichiarato ancora Wong.
[Immagine in apertura: Tomba di Tutankhamun, Egitto, photo by Son of Groucho, fonte Flickr]