Provengono da istituzioni pubbliche e collezioni private di tutto il mondo, le cento opere che ricostruiscono la parabola dell'artista francese amico di Matisse, tra gli innovatori della pittura nel Novecento.
Dopo 20 anni il Regno Unito torna a rendere omaggio all’arte di Pierre Bonnard con una grande mostra. A interrompere la lunga assenza è la Tate Modern, sede dal 23 gennaio di Pierre Bonnard: Il colore della memoria, un’ampia ricognizione sul pittore francese in occasione della quale confluiscono circa 100 suoi capolavori, concessi da istituzioni pubbliche e collezioni private internazionali.
Scomparso nel 1947, l’artista lega il proprio nome e la sua fama alla realizzazione di opere dalla forte identità cromatica, contraddistinte da composizione moderne e innovative.
Alla peculiare capacità di fissare sulla tela, consegnandoli all’eternità, istanti per loro natura fugaci e transitori, la mostra londinese assegna una specifica attenzione. Nello stesso tempo ripercorrendo la carriera di questa autore per intero, offrendo spazio anche ad ambiti meno noti della sua produzione e a campi di interesse fin qui trascurati. Obiettivo di questo progetto espositivo, visitabile fino al 6 maggio prossimo, è mettere in evidenza il ruolo ricoperto dall’artista nella storia della pittura nel XX secolo. Contemporaneo – e amico – di Henri Matisse, Bonnard viene infatti riconosciuto tra gli innovatori di questo genere artistico; non a caso, fu considerato un punto di riferimento per le generazioni successive, in particolare per artisti come Mark Rothko e Patrick Heron.
A ricostruire la sua parabola, caratterizzata da un sentimento di coinvolgimento nei confronti del mondo circostante, sono – tra gli altri lavori – opere raffiguranti paesaggi come L’été, del 1917, aventi come soggetto scene d’interni; Le café, del 1915 e lavori come Nu dans un intérieur, del 1935 circa, nei quali la sua attenzione si concentra su dettagli della vita domestica.
[Immagine in apertura: Pierre Bonnard, Coffee (Le Café), 1915, Tate]