Fino a domenica 17 febbraio, la capitale tedesca ospiterà il prestigioso Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Nel programma della kermesse, quest'anno è incluso il documentario canadese Anthropocene: The Human Epoch, cui ha partecipato anche Edward Burtynsky.
Il documentario Anthropocene: The Human Epoch irrompe nella programmazione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino con uno scopo dichiarato: dimostrare quali sono le conseguenze delle azioni portate avanti dagli uomini ai danni dell’ambiente, in varie aree del pianeta, e accendere i riflettori sulla loro irreversibilità.
Inclusa tra i 10 titoli della sezione Berlinale Special, l’opera costituisce il terzo atto della trilogia alla quale hanno lavorato, negli ultimi anni, i registi Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky. Dopo After Manufactured Landscapes, del 2006, e Watermark, del 2013, questo film pone l’accento sulle responsabilità dell’uomo, artefice di modifiche più evidenti di quelle generate dalla Natura stessa.
Il lungometraggio avanza inoltre una domanda: ci sono ancora margini per coltivare la speranza di un dietrofront? Riusciremo, in altre parole, a salvare la Terra?
Accompagnata dalla voce narrante dell’attrice svedese Alicia Vikander, la narrazione alterna panorami “spaventosamente belli”, alcuni dei quali rivelano drammaticamente gli esiti del passaggio umano, con scene di cruda realtà, come quelle girate in Kenya relative al “commercio” delle zanne degli elefanti. Tra i luoghi raggiunti per la realizzazione del film anche la Cina, la Germania e il deserto di Atacama, in America Latina.
Presentato nell’ambito della kermesse cinematografica tedesca nelle giornate del 13 e 14 febbraio, Anthropocene: The Human Epoch sarà distribuito nei cinema italiani nella seconda metà del 2019.
[Immagine in apertura: Phosphor Tailings Pond #4, near Lakeland, Florida, USA, tratto da ANTHROPOCENE: The Human Epoch, by Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier, Edward Burtynsky. CAN 2018, Berlinale Special © Edward Burtynsky, courtesy Galerie Springer, Berlin / Nicholas Metivier Gallery, Toronto]