Situato a una settantina di chilometri di distanza da Parigi, Giverny ha ospitato Claude Monet dal 1883 al 1926. Una mostra in apertura negli Stati Uniti ricostruisce la fase conclusiva della carriera dell'artista, proponendo opere realizzate proprio in quel luogo.
Doppia sede per Monet: The Late Years: il progetto espositivo, che si concentra sull’ultima stagione della carriera del leggendario pittore, debutterà con una sessantina di suoi dipinti al de Young Museum di San Francisco – dal 16 febbraio al 27 maggio – per poi spostarsi al Kimbell Art Museum, dal 16 giugno al 15 settembre.
La produzione relativa al decennio conclusivo della vita del celebre artista francese si lega a un luogo unico, ormai intimamente connesso con la vicenda biografica del Maestro dell’Impressionismo. Si tratta della sua casa nel villaggio di Giverny, il luogo dove il pittore trascorse gli ultimi anni, continuando a dedicarsi all’osservazione diretta della Natura e alla rappresentazione delle sue multiforme essenza, scegliendo come ambiente d’elezione il suo giardino. Le aiuole fiorite, i sentieri, i salici, i glicini e, naturalmente, le ninfee sono tra i principali soggetti presenti nella opere in mostra: testimoniano come il medesimo scenario sia stato capace di offrire all’artista un’occasione per rinnovare il suo stile.
Nella fase presa in esame, estesa dal 1913 al 1926, il linguaggio pittorico di Monet subisce una progressiva reinvenzione; il risultato furono lavori considerati sempre più audaci e astratti, che hanno contributo ad alimentare la sua reputazione di “antenato del Modernismo”. Come ha osservato il curatore della mostra George T. M. Shackelford, vicedirettore del Kimbell Art Museum, “l’ultima dozzina di anni della vita di Monet è stato un periodo difficile per il pittore, che ha lottato contro perdite personali e le sofferenze della vecchiaia. Tuttavia sono stati anche tra i più trionfanti anni della sua lunga carriera, perché alla metà degli anni Settanta Monet ha deciso di reinventare se stesso, creando opere che non assomigliavano a nulla che avesse mai fatto prima. La nuova ambizione di dipingere su larga scala ha stimolato cambiamenti fondamentali nella tonalità e nell’intensità della sua tavolozza, portandola verso combinazioni di colori vividi e un’applicazione del colore più ampia e più evidente.”
Per raggiungere l’obiettivo di ampliare la conoscenza su Monet presso il pubblico statunitense, spostando l’attenzione oltre la stagione impressionista, il team curatoriale ha chiesto – e ottenuto – importanti prestiti da collezioni pubbliche e private con sede in Europa, negli Stati Uniti e in Asia.
Grazie a questo sforzo, tra le opere in mostra figurano anche lavori poco noti, in larga parte presentati in questa occasione per la prima volta nel paese nordamericano.
[Immagine in apertura: Installation photography of Monet: The Late Years. Photography by Drew Altizer. Image courtesy of the Fine Arts Museums of San Francisco]