Il Museo Reina Sofía di Madrid dedica a Horace Clifford Westermann la prima retrospettiva in terra spagnola. Riunendo un denso corpus di opere che ne ripercorrono l’originale poetica.
Fino al 6 maggio, il Museo Reina Sofía di Madrid ospiterà H.C. Westermann: Goin’ Home, il focus monografico intitolato a Horace Clifford Westermann, artista americano scomparso nel 1981, iconico esponente creativo del secolo scorso. Sono circa 130 le opere in mostra, realizzate fra il 1954 e il 1981, e spaziano dalle sculture alle litografie, sino ai disegni e ai dipinti.
Interessato soprattutto alla pratica scultorea, Westermann utilizzò perlopiù il legno per comporre una serie di assemblaggi che affondano le radici nella fantascienza ma anche nelle dinamiche della massificazione, così come nelle riflessioni sull’ambiente e sulla morte.
Anche il metallo e il vetro figurano tra le materie prime scelte dall’artista che, nel corso degli anni, approfondì pure il tema della catastrofe e della rovina, affiancato a logiche escapiste e a un’apertura verso l’ironia e il senso dell’assurdo. Oltre alle sculture la mostra madrilena riunisce dipinti, lettere e alcune stampe a colori brillanti, che denunciano la fragilità politico-sociale statunitense.
[Immagine in apertura: H.C. Westermann, Memorial to the idea of Man if he was an idea, particolare, 1958, Museum of Contemporary Art of Chicago]