Originaria di Tehran in Iran, ma da oltre dieci anni di base a Firenze, l'artista persiana è autrice di una serie di opere legate alla figura di Dante Alighieri. Complessivamente intese formano un percorso itinerante, che include Palazzo Vecchio, Museo Casa di Dante, Palazzo Bastogi e il Mercato Centrale.
Prossimamente in Laguna in occasione della Biennale di Venezia, l’artista persiana Tannaz Lahiji è intanto al centro di un progetto espositivo a Firenze, città in cui vive da oltre 10 anni e in cui lavora, insegnando alla Libera Accademia di Belle Arti.
In occasione della mostra diffusa Riflessioni su Dante, diversi luoghi del centro storico fiorentino espongono i suoi lavori, che non sono solo pittorici. L’itinerario include Palazzo Vecchio, Museo Casa di Dante, Palazzo Bastogi e il Mercato Centrale; quasi una ouverture delle celebrazioni dantesche in programma nel 2021. Come ha osservato il sindaco Nardella, “con rispetto, sensibilità ed originalità Tannaz si affaccia all’universo dantesco e anche alla città di Firenze, introducendo elementi artistici in diversi luoghi e affascinando e creando una vera e propria esperienza multisensoriale“.
Curata dalla scrittrice Manuela Antonucci, la mostra si articola nell’installazione – di oltre 300 metri quadrati – Pardis, esposta nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio; nella composizione dantesca Maschera di Dante, collocata in Sala dei Priori; in Inferno,una re-interpretazione cromatica di alcune tele di “ispirazione infernale”, che trova posto nelle sale di Palazzo Bastogi. Il Museo Casa di Dante ospita un’opera di ghiaccio realizzata in onore del poeta, dal titolo Busto di Dante; al Mercato Centrale è stata allestita un’installazione ispirata a Ulisse e al suo amore per la “virtute e canoscenza”, solennemente punito da Dante.
Sulle relazioni tra la terra d’origine dell’artista e Dante si è soffermata nella sua dichiarazione la curatrice Antonucci, affermando che Tannaz Lahiji “indaga il genio fiorentino ed evoca, a tratti, le origini persiane che l’artista custodisce dentro di sé. Mescolando le origini, culture ed esperienze, le trasporta – contemporaneamente – dentro la storia di Firenze. Si assiste a un’osmosi culturale e storica che unisce due civiltà, due paesi distanti eppure allo stesso tempo vicini, in quanto fondati su principi e valori appartenenti all’uomo e non alle razze, per questo universali“.
[Immagine in apertura: photo by Studio Associato CGE Fotogiornalismo]