Il Maestro dell'animazione francese Michel Ocelot è tornato da qualche giorno nelle sale italiane: la sua nuova storia invita a riflettere sul rapporto tra uomini e donne.
Con all’attivo acclamati lungometraggi come Kirikù e la strega Karabà (1998) e Azur e Asmar (2006), il regista francese Michel Ocelot ha recentemente diretto il film di animazione Dilili à Paris.
In questa nuova opera, che ha debuttato nel giugno 2018 al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy e nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 24 aprile, l’attenzione si condensa sull’amicizia tra una bambina e un ragazzo, proponendo interessanti spunti di analisi.
Sulla scia dell’Esposizione Universale del 1889, la ragazzina ragazza franco-canaca Dilili giunge nella capitale francese, dopo essersi imbarcata segretamente su una nave in partenza dalla Nuova Caledonia. A Parigi il suo destino si intreccia con quello del facchino Orel: insieme decideranno di intraprendere una vera e propria missione, alla scopo di mascherare la banda dei Maschi Maestri, un gruppo di criminali dedito al rapimento delle bambine e ai furti di gioielli.
Già considerato da più osservatori e critici come un film femminista, Dilili à Paris riporta in vita le atmosfere della Belle Époque, dando però vita a una narrazione in grado di oltrepassare quella dimensione temporale.
In una recente intervista rilasciata a La Repubblica, Ocelot ha definito l’opera “un film umanista“, attraverso il quae ha scelto di denunciare “l’imbecillità di certi uomini, perché i maschi che calpestano le donne di certo non sono felici. La felicità è vivere insieme, crescere insieme, arricchirsi“.