Lo stretto legame fra la Capitale e la poesia rivive nella mostra allestita negli spazi di Wegil, a Roma. Un tuffo in un’epoca ormai conclusa, quando il linguaggio poetico, e i suoi interpreti, animavano le strade di una delle città più note al mondo.
Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Carlo Emilio Gadda, Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Amelia Rosselli, Natalia Ginzburg e Renzo Paris sono solo alcuni dei poeti e amici che trovarono in Roma una fonte di ispirazione costante, ma anche lo sfondo della loro amicizia.
Amici, appunto, ma anche voci e volti di una stagione poetica indimenticabile, che trovò il suo baricentro a Roma, fra gli anni Sessanta e Settanta. Sono loro i protagonisti di Poeti a Roma. Resi superbi dall’amicizia, la mostra ospitata, fino al 23 giugno, da Wegil. Oltre 250 fotografie originali testimoniano la stupefacente vitalità di una generazione di poeti passati alla Storia e ben radicata nell’humus capitolino.
L’irripetibile stagione culturale evocata dalla mostra si concluse con l’efferata morte di Pasolini, come dichiarano i curatori Giuseppe Garrera e Igor Patruno: “La violenza, l’intolleranza, l’ottusità del mondo sanciranno la fine di questa avventura (l’esposizione si ferma al 1975). L’uccisione di Pasolini, il massacro del suo corpo, in questa prospettiva, assumeranno il valore di una precisa presa di posizione, di un rancore e di una insofferenza del mondo a ogni felicità e vita diverse. Il mondo certe cose non le tollera. L’avventura poetica è destinata al lutto, e a una parabola catastrofica d’amicizia e di felicità, per far più forte una società e le sue certe certezze”.
[Immagine in apertura: Agenzia Dufoto, Pier Paolo Pasolini, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Libreria Einaudi, Roma, dicembre 1963]