Annoda i fili di una storia lunga secoli, l’attribuzione a Jacopo della Quercia del ritratto equestre di Niccolò di Ligo Ludovisi, la scultura in pietra custodita nel cortile centrale della Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi.
È una vicenda davvero affascinante, quella legata al ritratto equestre di Niccolò di Ligo Ludovisi (di cui proponiamo un dettaglio nell’immagine in apertura), recentemente attribuito a Jacopo della Quercia. Scultura conservata nel cortile centrale della Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, il tondo in pietra calcarea raffigura il celeberrimo capitano bolognese e fu commissionato da Giovanni, figlio di Niccolò, per sé e per il padre.
La scultura, infatti, un tempo sovrastava la tomba dei due nel Chiostro dei Morti del Convento di San Domenico, a Bologna. L’arrivo alla Rocchetta Mattei, sull’Appennino bolognese, si deve al gusto collezionistico del conte Cesare Mattei, che acquistò il rilievo e lo utilizzò come elemento ornamentale per la sua dimora.
L’attribuzione dell’opera a Jacopo della Quercia è un fatto recente, dovuto all’intuizione di un giovane studioso di formazione bolognese, Paolo Cova, coordinatore delle attività didattiche della Rocchetta Mattei, che così descrive la scoperta: “Tutto è iniziato nella Biblioteca dell’Archiginnasio, quando consultando un documento ho visto un disegno, abbozzato velocemente da un erudito del Settecento, che rappresentava la quattrocentesca Tomba di Niccolò e Giovanni Ludovisi nel Chiostro dei Morti nella Chiesa di San Domenico a Bologna, un’opera che si riteneva dispersa da quasi due secoli. All’epoca mi occupavo di altro e la cosa non ebbe seguito ma quando, diverso tempo dopo, per caso sono andato a visitare la Rocchetta, l’ho subito riconosciuto: il cavaliere che brandiva la spada sul cavallo impennato era lui, Niccolò, ispirato alla cosiddetta immagine del Marte guerriero”.