Sta facendo il giro del mondo l’annuncio degli artisti in lizza per ricevere uno dei premi più ambiti al mondo. In attesa della proclamazione del vincitore, il prossimo 3 dicembre.
Sono fortemente impegnati in un’indagine a sfondo sociale e politico, i quattro aspiranti vincitori del Turner Prize 2019, uno fra i premi più ambiti dagli artisti di tutto il mondo. In omaggio a William Turner, il riconoscimento va ogni anno a una personalità del mondo dell’arte legata al contesto britannico, under 50 e scelta da una giuria indipendente che stavolta è composta da Victoria Pomery, Charlie Porter, Elvira Dyangani Ose, Alessio Antoniolli ed è presieduta da Alex Farquharson, direttore della Tate Britain.
A contendersi il prestigioso riconoscimento sono Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Oscar Murillo e Tai Shani.
Lawrence Abu Hamdan, di base a Beirut, fa del suono un mezzo per investigare le istanze del presente, dalle dinamiche migratorie alla segregazione, mentre Helen Cammock, di stanza a Londra, concentra l’attenzione sul tema dei diritti civili declinato dal punto di vista femminile. Anche la pratica di Tai Shani trae spunto dalle tematiche femministe per l’elaborazione dei suoi interventi installativi su larga scala, spesso utilizzati come set per opere filmiche e performative, mentre Oscar Murillo è conosciuto a tutte le latitudini grazie a una pittura astratta che punta lo sguardo su argomenti particolarmente attuali, come il nomadismo e l’esilio.
I quattro andranno in mostra negli spazi di Turner Contemporary, a Margate, dal 28 settembre; il vincitore riceverà un premio in denaro di 25mila sterline e gli altri tre di 5mila.
[Immagine in apertura: Tai Shani, Dark Continent SEMIRAMIS, 2018]