Esistono degli ideali estetici condivisi dai Paesi nordici e da quelli dell'Asia orientale? Le circa 250 opere della mostra in corso all'Ateneum Art Museum rivelano la presenza di un "comune sentire", capace di azzerare le distanze geografiche.
Con la mostra Silent Beauty l’Ateneum Art Museum di Helsinki ha scelto di indagare i punti di contatto e le connessioni tra il gusto estetico proprio dei Paesi nordici e quello sviluppato nell’Asia orientale.
Il risultato è un progetto espositivo complesso e affascinante, che si articola tra circa 250 opere, un terzo delle quali provenienti dalla collezione permanente dell’Ateneum, annoverato tra le principali istituzioni museali dell’intera Finlandia.
Analizzando la scena artistica di queste due aree del mondo, con particolare riguardo per la produzione artistica relativa agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, a emergere è una sostanziale condivisione dei medesimi ideali di bellezza. Tra i fattori unificanti anche il legame con la Natura, che finisce per influenzare entrambe le culture.
Questa esplorazione pluridisciplinare, che scandaglia i settori delle arti visive, della ceramica, dell’arte tessile e dell’architettura, dà vita a un percorso che accosta collezioni finlandesi, svedesi, danesi e giapponesi. A unificarle è un’estetica semplificata, restituita attraverso geometrie basilari, colori sofisticati e testimone di una speciale dedizione verso i materiali.
Visitabile fino al 6 ottobre prossimo e associata a una pubblicazione dedicata – in finlandese, svedese e inglese – la mostra include opere, tra gli altri, di Rune Jansson, Maija e Ahti Lavonen, Bernard Leach e Shoji Hamada, Key Sato, Helene Schjerfbeck, Jaakko Sievänen, Lee Ufan e Zao Wou-Ki.
[Immagine in apertura: Kyllikki Salmenhaara, Bottles (1953). Design Museum. Photo Finnish National Gallery, Hannu Pakarinen]