Il giovane Henri Cartier-Bresson in viaggio per l’Europa

25 Giugno 2019

Heri Cartier-Bresson, Taxi drivers, Berlin, Germany, 1931 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

C’è tempo fino al 29 settembre per varcare la soglia della Fondation Henri Carter-Bresson di Parigi e visitare la mostra Henri Cartier-Bresson – Pérégrination, Europe (1930-1933), curata da Aude Raimbault e Agnès Sire e incentrata sugli scatti firmati dal fotografo agli esordi della propria carriera, durante le peregrinazioni che lo condussero da una parte all’altra dell’Europa.

Risalgono agli anni Trenta del secolo scorso i due lunghi viaggi che rappresentarono un vero e proprio punto di svolta per la storia fotografica di Cartier-Bresson il quale, nel 1931, partì con l’amico André Pieyre de Mandiargues alla volta del Nord e dell’Est Europa, facendo tappa in Belgio, Germania, Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia a bordo di una Buick di seconda mano.

Animato da un incredibile desiderio di libertà, Cartier-Bresson immortalava i paesaggi che scorrevano davanti ai suoi occhi, servendosi di una macchina Krauss acquistata prima del suo viaggio in Africa (avvenuto l’anno precedente). Tuttavia la macchina non si rivelò all’altezza delle necessità itineranti del fotografo, che scelse di acquistare la Leica da cui non si sarebbe più separato.

Fu proprio l’amata Leica ad accompagnarlo, insieme all’amico di sempre e a Leonor Fini, nel viaggio in Italia e in Spagna del 1933. Fu allora che Cartier-Bresson iniziò a manifestare un interesse più acuto per paesaggi, figure umane e linee, gettando le basi di quella che si sarebbe rivelata una brillante carriera. La mostra parigina fa il punto di questi scatti, accostandoli lungo una linea del tempo che anticipa il futuro.

[Immagine in apertura: Heri Cartier-Bresson, Taxi drivers, Berlin, Germany, 1931 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos]