Nell'ambito dell'Italian Tech Week, quattro droni hanno dipinto su una superficie verticale un'immagine contenente i simboli della città di Torino, elaborata a partire dai disegni inviati da migliaia di persone tramite la webapp ufotorino.com.
Misura 14 x 12 metri, è stata sviluppata per il progetto UFO-Urban Flying Opera di Torino ed è stata elaborata durante un workshop al quale hanno preso parte gli studenti del Politecnico torinese. Questi i connotati dell’opera di street art comparsa nei giorni scorsi in una fabbrica industriale abbandonata nel Parco Aurelio Peccei, nel capoluogo piemontese. Ad essi va però ad aggiungersi un dato saliente, in grado di rendere unica l’intera operazione: a realizzare l’opera non è stata la mano di uno street artist, coinvolto per personalizzare la pareti di una struttura dismessa secondo il proprio linguaggio. L’esecuzione si deve ai droni, protagonisti – per la prima volta al mondo – di un intervento che intende dimostrare le potenzialità delle tecnologie digitali in ambito creativo e i possibili risvolti in termini di aggregazione sociale.
Ideato e curato da Carlo Ratti Associati – coordinato e realizzato da Links, in collaborazione con Tsuru Robotics e promosso dalla Compagnia di San Paolo – il progetto è infatti l’esito di un processo di arte collaborativa, al quale hanno preso parte migliaia di persone. Tramite la webapp ufotorino.com, chiunque lo desiderasse ha potuto inviare un disegno o una suggestione inerente il tema Design the city, promosso per riflettere sull’immagine – presente e futura – di Torino.
A tradurre in un unico disegno le varie sollecitazioni sono quindi stati gli studenti universitari coinvolti, mentre una flotta di quattro droni a volo autonomo, in grado di impiegare la vernice spray contenuta nel loro serbatoio, hanno di fatto dipinto la superficie verticale scelta. Nel corso dell’esecuzione, un sistema centrale ha monitorato il comportamento dei droni, verificandone la posizione precisa e occupandosi del coordinamento complessivo.
Per l’architetto-ingegnere Carlo Ratti, nonché docente presso il prestigioso MIT – Massachusetts Institute of Technology, “la città è una tela aperta, dove le persone possono scrivere le loro storie in molti modi. Tali processi sono sempre avvenuti; tuttavia, con UFO abbiamo cercato di accelerarli, usando la tecnologia del drone per consentire un nuovo uso della pittura come mezzo di espressione“.