La Commedia dell'arte, il teatro e la musica sono gli ambiti ai quali Severini si è ispirato per la realizzazione dei lavori esposti al Museo Novecento di Firenze. Fino al 10 ottobre.
Le figure di Pulcinella e di Arlecchino, così come le altre maschere della Commedia dell’arte e il variopinto universo circense, hanno ispirato diversi artisti nel corso del Novecento. Da Pablo Picasso a Georges Rouault, in molti hanno osservato con passione questi “microcosmi”, popolati di personaggi dall’animo complesso, ma dall’immediata riconoscibilità e dall’indiscussa popolarità.
Un interesse che non ha lasciato indifferenti neppure gli artisti italiani, come induce a ricordare il quinto appuntamento del ciclo espositivo Solo, attraverso il quale il Museo Novecento di Firenze ha scelto di focalizzarsi sui Maestri del secolo scorso, a partire da specifici episodi delle loro carriere artistiche. Fino al 10 ottobre prossimo, i riflettori sono puntati su Gino Severino, che torna nella “sua” Toscana – nacque infatti a Cortona, nell’aretino, nel 1883 – con una mostra dedicata a una parte della sua produzione risalente agli anni Venti e Trenta del Novecento.
Curata da Lino Mannocci e da Sergio Risaliti – direttore artistico del Museo Novecento –, l’esposizione si concentra su due collaborazioni dell’artista: la prima per il Castello di Montegufoni, nei pressi di Firenze; la successiva a Parigi, nella Maison di Léonce Rosenberg, suo mercante francese. A documentare il primo incarico è una selezione di gouaches della Sala delle Maschere del Castello, di proprietà di Sir George Sitwell. Per la committenza parigina, Severini realizzò invece sei pannelli decorativi nei quali i paesaggi classicheggianti si combinano alle maschere. Il risultato, testimoniato in mostra da quattro delle opere eseguite, evoca un mondo tanto giocoso, quanto incline alla malinconia.
Il percorso espositivo, inoltre, include la celebre Maternità, dipinta da Severini nel 1916, disegni preparatori e materiali che consentono di ricostruire le fasi di documentazione e ricerca precedenti l’esecuzione di questi interventi. Un’occasione, dunque, per cogliere anche nuovi dettagli sul metodo di lavoro dell’artista, che proprio a Firenze operò in ambito scenografico per il Maggio Musicale Fiorentino.
[Immagine in apertura: Gino Severini. Solo. Vista dell’allestimento al Museo Novecento, Firenze 2019. Da sinistra: Le demon du jeu, olio su tela, Pinacoteca di Brera; Le coup de froudre, olio su tela, Pinacoteca di Brera. Photo Leonardo Morfini. Courtesy Mus.e]