Un ventennio di opere ripercorre la produzione di Bani Abidi, tra satira e politica. Una mostra che riflette sul tema della divisione culturale, al Gropius Bau di Berlino.
Nata in Pakistan nel 1971, Bani Abidi è un’artista multidisciplinare tra le più apprezzate del panorama contemporaneo. Conosciuta soprattutto per l’approccio satirico nei confronti della politica, espresso attraverso opere sempre in bilico tra ironia e contestazione, la fotografa e videomaker è in mostra fino al 22 settembre al Gropius Bau di Berlino, città in cui risiede dal 2011.
Curata da Natasha Ginwala,They Died Laughing raccoglie un ventennio di produzioni dell’artista pakistana, puntando soprattutto l’attenzione sulla componente cinematografica della sua ricerca. A occupare la scena sono infatti, prevalentemente, le videoinstallazioni. Si tratta di una serie di opere che, come larga parte della ricerca di Bani Abidi, focalizza l’attenzione sulle assurdità del quotidiano, puntando il dito verso le questioni più spinose della politica interna pakistana e utilizzando la risata come espediente di denuncia sociale.
Diverse le opere inedite, realizzate appositamente per la mostra al museo tedesco. Su tutte The Lost Procession, il video che racconta le persecuzioni della comunità degli Hazara a Quetta, capitale della provincia pakistana del Belucistan. L’oppressione etnica del gruppo sciita ad opera dei fondamentalisti islamici, diventa, nel filmato, pretesto per analizzare fenomeni di marginalizzazione e sopruso che continuano a verificarsi in altri luoghi del pianeta, non soltanto nel mondo musulmano. Pur realizzato per la mostra berlinese, il video viaggerà nell’ottobre 2019 alla Sharjah Art Foundation, negli Emirati Arabi, dove Bani Abidi sarà protagonista di una personale.
A trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, They Died Laughing rientra nel programma espositivo presentato dal Gropius Bau per affrontare, attraverso l’arte, il tema della divisione e il modo in cui la politica di confine condiziona la realtà globale. Temi impegnati, che probabilmente non potrebbero essere affrontati in un luogo migliore: il museo tedesco sorge infatti a pochi passi dal celebre muro tedesco, simbolo di frontiera della nostra contemporaneità. La stessa sede espositiva ospita anche la mostra Garden of Earthly Delights, aperta fino all’1 dicembre prossimo.
[Immagine in apertura: Bani Abidi, Karachi Series I, 2009 © Bani Abidi, Courtesy the artist & Experimenter, Kolkata]