La Danimarca ospita per la prima volta una mostra di Carsten Höller. In scena grandi opere interattive e giocose, che invitano a riflettere sul senso dell'arte e della vita.
Artista tra i più noti a livello internazionale, Carsten Höller continua la sua riflessione sulla natura umana. Una riflessione spesso bizzarra, che passa scanzonata dalla scienza al gioco, e che trova questa volta spazio nelle sale del Copenhagen Contemporary, grazie a una nuova retrospettiva visitabile fino al prossimo 13 aprile.
Complementare alla mostra Behaviour, in corso presso il Kunsten Museum of Modern Art di Aalborg, la mostra Reproduction raccoglie per la prima volta in Danimarca un ampio numero di opere di Höller, abbracciandone l’intera parabola creativa. Dai primissimi lavori a quelli più recenti, alcuni dei quali pensati appositamente per lo spazio danese.
A ispirare la mostra, una serie di interrogativi sul significato dell’arte e della vita: cos’è l’amore? Cosa ci rende ciò che siamo? Qual è il confine tra arte e divertimento? Domande che invitano l’osservatore a ragionare sul senso dell’esistenza.
In mostra, installazioni quasi sempre su larga scala, allestite negli spazi del museo come una sorta di parco divertimenti, con enormi sculture a forma di fungo e di giostre per adulti. A caratterizzare l’iter espositivo è il tema della riproduzione, indagato con piglio scientifico e artistico a partire dalla prima opera in mostra: la grande installazione immersiva e interattiva Gartenkinder. A seguire, il corridoio di specchi di Six Sliding Doors e le celebri “trappole per bambini” della serie Killing Children. Nel complesso, si tratta di un percorso che sovverte le coordinate spaziali dell’ambiente museale, lasciando l’osservatore in bilico tra il mondo reale e la fantasia fanciullesca.
[Immagine in apertura: Carsten Höller, Gartenkinder, Gagosian Gallery, London (2014). Courtesy of Carsten Höller and Gagosian Gallery, London. Photo Mike Bruce]