La famosa Collezione Luigi Bonotto dedicata a Fluxus, una delle più innovative esperienze artistiche del secolo scorso, è sbarcata a Londra. Con una mostra che mescola creatività, arte e musica.
Emerso negli anni Sessanta grazie alle straordinarie sinergie tra artisti, compositori e designer di varie nazionalità, Fluxus rimane ancora oggi una delle esperienze più avanguardiste dell’arte contemporanea. Un movimento al confine tra performance, poesia e arti visive, evocato dalla mostra in corso alla Whitechapel Gallery di Londra fino al 2 febbraio.
Il titolo della rassegna, Sense Sound / Sound Sense, coincide con quello del progetto di Patrizio Peterlini e Walter Rovere, ideato nel 2016 grazie alla collaborazione con la Fondazione Musica per Roma e Fondazione Bonotto, proprietaria della Collezione Luigi Bonotto ‒ presentata per la prima volta oltremanica ‒, la più estesa raccolta di documenti Fluxus in Italia.
Soffermandosi in particolare sugli aspetti legati alla musica, la mostra ripercorre gli sviluppi più sperimentali di Fluxus in ambito sonoro. Portando in scena partiture, vinili e documenti inediti, il percorso espositivo punta a offrire un’analisi ragionata delle innovazioni offerte da artisti e compositori come John Cage, Dick Higgins, Yoko Ono e il gruppo Zaj. Una panoramica affascinante, per conoscere da vicino la verve sperimentale di uno dei movimenti più complessi e innovativi della storia contemporanea.
[Immagine in apertura: George Brecht, Water Yam, New York, Fluxus Edition, 1963.
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