Il Museo Reina Sofía di Madrid accoglie per la prima volta in maniera così completa l'opera di Mario Merz. In mostra cinquanta opere, provenienti dalle collezioni di tutto il mondo.
Gli igloo di Mario Merz arrivano al Museo Reina Sofía di Madrid, con una mostra negli spazi del Palazzo di Velázquez ‒ sede esterna della storica istituzione spagnola. Organizzato in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, il progetto raccoglie un ampio gruppo di opere, abbracciando l’intera parabola creativa dell’artista milanese, tra i nomi più rilevanti del secondo dopoguerra.
Allestita fino al prossimo 29 marzo, Mario Merz. Time Is Mute (nell’immagine in apertura, photo Joaquin Cortés/Román Lores. Archivio fotografico del Museo Reina Sofía) presenta nel complesso cinquanta lavori, tra pezzi noti e meno conosciuti. Partendo dalle prime opere astratte degli anni Cinquanta per arrivare agli esiti finali del suo percorso creativo, la mostra attraversa l’intera carriera dell’artista, attestandosi come la rassegna più ricca e completa mai realizzata in suo onore nella penisola iberica.
Grazie alle opere in prestito da numerose istituzioni internazionali – come la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il Kunstmuseum Wolsburg –, e da altrettante collezioni private, la rassegna punta l’attenzione sui temi cardine della ricerca di Merz e sulla complessità fisica dei manufatti, realizzati attraverso l’impiego di materiali e oggetti riciclati, spesso di origine organica.
Il percorso espositivo pone in particolare l’accento sul contesto storico in cui l’opera di Merz si manifesta, sottolineandone la critica al modello consumistico e il desiderio di un ritorno al linguaggio primitivo della natura, espresso attraverso l’uso di materiali quali sabbia, fango, rami e carbone.