A trent'anni dall'apertura, il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa è stato sottoposto a interventi di ristrutturazione e riallestimento. Nei 3000 metri quadrati di spazi interni, tre le 380 opere esposte in 26 sezioni non mancano i grandi capolavori scultorei di Giovanni e Nicola Pisano.
Dopo cinque anni di lavori e a fronte di un investimento di circa sei milioni di euro, il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa riapre la propria sede, con un aspetto completamente rinnovato. Il progetto di ristrutturazione e riallestimento, curato dagli studi di architettura di Adolfo Natalini e di Magni&Guicciardini e coordinato dall’ingegner Giuseppe Bentivoglio, ha interessato tutti gli spazi dell’antico Seminario Vescovile pisano, situato in piazza dei Miracoli e sede del museo dalla sua inaugurazione, nel 1986.
La necessità di sostituire gli apparati impiantistici e illuminotecnici esistenti, nonché gli obsoleti sistemi di controllo, ha spinto l’Opera della Primaziale Pisana ad avviare i lavori. Il risultato è un percorso museografico in grado di raccontare la lunga storia dei monumenti della Piazza del Duomo come mai prima d’ora, all’interno di un edificio “rispettoso” delle proprie connotazioni storiche.
Nel museo, che include anche i servizi di caffetteria, bookshop e un auditorium riallestito, i visitatori attraversano 25 sale per ammirare 380 opere, che ripercorrono la storia, le vicende costruttive e la memoria del Duomo e degli iconici edifici che lo affiancano. Nei 3000 metri quadrati di spazi interni non mancano i grandi capolavori: tra questi, il Grifo bronzeo di fattura islamica, le straordinarie sculture della scuola di Nicola e Giovanni Pisano, gli appena restaurati Trittico della Madonna in trono e santi, eseguito da Spinello Aretino, e la corona, lo scettro, il globo e il drappo dell’Imperatore Enrico VII, recuperati durante la ricognizione della sua tomba effettuata nel 2014.
[Immagine in apertura: vista dell’allestimento della Sala 7 ‒ Tino di Camaino e Lupo di Francesco nel Museo dell’Opera del Duomo di Pisa. Photo credits Nicola Gronchi per Opera della Primaziale Pisana]