Fondato dalla curatrice e collezionista Iole Pellion di Persano, Recontemporary inaugura il suo palinsesto ufficiale con "Order act I, Eat the rich – Kill the poor", un'opera in tre atti del collettivo Democracia.
Un circolo di visionari, in grado di osservare la realtà attraverso le potenzialità dell’audiovisivo. È così che la curatrice e collezionista Iole Pellion di Persano descrive Recontemporary: un progetto nato online, con una serie di documentari e interviste dedicati all’arte contemporanea, che ha saputo trasformarsi nel primo club di video arte in Italia. Con una concretissima sede nel centro storico di Torino, a pochi passi dalla Mole Antonelliana.
“Il video” – spiega la stessa fondatrice– “è il medium a portata universale che attraverso tutti gli schermi delle nostre esistenze ci permette di osservare, conoscere, intrattenerci. La Video Arte è un linguaggio ancora molto di nicchia nel pubblico di massa che frequenta musei e spazi d’arte. Al contrario viviamo nel tempo della produzione video, sia le persone comuni che raccontano e trasmettono online la propria vita, sia gli artisti. Noi abbiamo creato uno spazio per invitare alla fruizione del video, ma che aspira, attraverso la didattica, l’educazione e il dialogo con grandi partner nel mondo, a innescare produzione artistica”.
Ecco allora che dopo una mostra numero zero, realizzata in estate in collaborazione con l’artista cubana Glenda León, il palinsesto ufficiale di Recontemporary si apre con Order act I, Eat the rich – Kill the poor, un’opera in tre atti del collettivo di artisti madrileno Democracia in esposizione fino al 26 ottobre. Si tratta, per la precisione, di un video di denuncia del profondo disequilibrio della società contemporanea, dalla durata complessiva di 23 minuti, che punta il dito contro il sistema capitalistico partendo da episodi storici di lotta contro l’oppressione, testi di canzoni punk e addirittura poemi degli antichi greci.
[Immagine in apertura: Democracia, Cash for souls (Jeremiah Series), 2018. Photo Simon Gentry, Ximo Michavila]