43esima edizione del Roma Jazz Festival, che quest’anno si presenta con un tema attualissimo, “No borders. Migration and integration”, declinato in un mese di concerti: dal 1° novembre al 1° dicembre.
È in arrivo una nuova edizione della rassegna che scatta una panoramica sul jazz, ospitando i più grandi artisti del genere. Si tratta del Roma Jazz Festival, che stavolta punta su un tema di grande attualità, No borders. Migration and integration, declinato in un mese di concerti pensati per celebrare la sua quarantatreesima edizione.
In programma dal 1° novembre al 1° dicembre, l’evento propagherà la propria eco in molte sedi, coinvolgendo l’intera città, fra l’Auditorium Parco della Musica, dove un’installazione di Alfredo Pirri dividerà in due la Cavea a simboleggiare il concetto di muro e di confine ma dal senso ribaltato, la Casa del Jazz, il Monk e l’Alcazar.
Ad aprire il festival sarà la band di cantautorato mediterraneo Radiodervish che, prodotta al suo esordio da Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, nell’arco di una carriera di oltre vent’anni hanno pubblicato dieci album e collaborato con musicisti come Franco Battiato, Jovanotti, Stewart Copeland, Caparezza, Noa e Nicola Piovani. Oltre alle esibizioni di “mostri sacri” come Dianne Reeves (nell’immagine in apertura, photo Jeris Madison) e Carmen Souza, gran finale con il concerto Mare Nostrum, dell’ensemble composto da Paolo Fresu, tromba e flicorno, Richard Galliano, fisarmonica e accordina, Jan Lundgren, pianoforte. Per un viaggio nella musica del Mediterraneo.