7 Dicembre 2019
Ritrattista per eccellenza a cavallo tra Ottocento e Novecento, Giovanni Boldini è attualmente al centro di una vasta monografica – la prima in Puglia dedicata al pittore. In mostra opere note e minori dell'artista, tra nature morte, paesaggi e figure simbolo della Belle Époque.
Voce di riferimento dell’arte tra Ottocento e Novecento, Giovanni Boldini è attualmente protagonista di un’importante rassegna, aperta fino al prossimo 3 maggio nelle sale della Pinacoteca De Nittis di Barletta. Il progetto, dal titolo Boldini. L’incantesimo della pittura. Capolavori dal Museo Boldini di Ferrara, si propone come un’ampia retrospettiva sul pittore emiliano, portando sotto i riflettori opere tra le più rappresentative della sua carriera.
Riconosciuto principalmente per le sue doti da ritrattista, la ricerca di Boldini fu tuttavia attraversata da tendenze differenti, testimoniando un talento capace di adattarsi ed esprimersi al meglio in ogni genere e tecnica – dalla natura morta alla rappresentazione del paesaggio, dalla pittura tout court alla grafica sperimentale. Gli esiti raggiunti nelle varie discipline sono oggi racchiusi in questo percorso espositivo, con l’obiettivo di dare voce allo spirito multiforme dell’autore.
Curato da Barbara Guidi e Maria Luisa Pacelli, il tragitto di visita offre al pubblico circa settanta capolavori, provenienti dal Museo Giovanni Boldini di Ferrara e selezionati da momenti diversi della parabola creativa del pittore: dalle prove giovanili durante il soggiorno a Firenze alle opere della maturità, dagli iconici sguardi mondani simbolo della Belle Époque ai ritratti “alla moda” – su tutti, quelli alla marchesa Luisa Casati, al dandy Robert de Montesquiou e alla principessa Eulalia.
Ma a rendere la mostra unica e ancor più accattivante sono soprattutto i dipinti meno conosciuti, quelli in cui lo sguardo di Boldini abbandonò per un attimo i protagonisti del tempo per soffermarsi, piuttosto, su nature morte, oggetti di uso quotidiano, scorci d’interni e vedute lagunari. È in queste occasioni che, facendo leva sull’esperienza impressionista, il pittore diede vita a opere meno note ma non meno rilevanti nell’ambito della sua attività, dimostrandosi uno degli interpreti più eclettici e versatili del suo tempo.
[Immagine in apertura: Giovanni Boldini, La cantante mondana, 1884 circa. Olio su tela, cm 61 x 46. Collezione Fondazione Carife, in deposito presso le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, dettaglio]