È un ritratto a tutto campo e senza precedenti quello che la retrospettiva "Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli", al via nella città partenopea, tratteggia dell'architetto, ingegnere e artista spagnolo. Fra le sale del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Il Museo e il Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, si aprono alla mente e alle sperimentazioni di Santiago Calatrava, il noto architetto, ingegnere, pittore, scultore, disegnatore, artista spagnolo, classe 1951. Progettista eclettico e appassionato, in occasione della retrospettiva Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli viene raccontato da uno straordinario corpus di opere, composto da oltre 400 pezzi e documenti. Modelli architettonici, studi, schizzi, ma anche dipinti, ceramiche e sculture testimoniano la costante ricerca “di più luce e di più spazio“, come da sua stessa ammissione, che ha percorso, fin dagli esordi, la carriera di questo protagonista della scena architettonica globale.
Ideata dallo Studio Calatrava, curata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, e dalla moglie dell’artista, Robertina Calatrava, la mostra analizza quaranta anni di carriera del progettista a partire da un’inedita chiave di lettura: l’imprescindibile rapporto di ogni sua opera con la luce. Evocata anche dal titolo della rassegna, che attesta l’amore dell’artista per la città partenopea, la luce è infatti una componente fondamentale di ogni sua grande creazione, indipendentemente dalla scala e dai materiali.
I suoi progetti più noti, presentati in questa occasione, dimostrano come la ricerca formale si accompagni sempre all’analisi delle modalità di ingresso della luce e agli effetti generati da questi all’interno dello spazio. Il viaggio che i visitatori possono intraprende nelle sale del Museo di Capodimonte conduce dalla Stazione dell’Aeroporto di Lione “Saint-Exupéry” fino al World Trade Center Trasportation Hub, o Oculus, di New York, le cui “ali di uccello” rimandano a un’idea di rinascita della città dopo gli attentati dell’11 settembre. Molti, inoltre, i progetti esposti non ancora realizzati, come gli Sharq Crossing Bridges, i tre diversi tipi di ponti interconnessi destinati a Doha, o il Ponte per Genova, offerto alla città dopo il tragico crollo dell’agosto 2018.
Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli si spinge oltre i territori più identificativi di questo prolifico autore dei nostri giorni, svelando aspetti meno conosciuti al grande pubblico. Nel Cellaio del Real Bosco di Capodimonte, oltre cinquanta opere in ceramica di Calatrava, tra cui alcune esplicitamente ispirate alle figure rosse su fondo nero della tradizione ellenica e mediterranea, dialogano con le meraviglie della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte. Ampio spazio anche alla produzione scultorea, in ebano, marmo bianco, alabastro, rame dorato, alluminio, granito nero e bronzo, ai disegni e ai dipinti. Proprio in merito a queste arti, il progettista ha raccontato: “Non ho mai smesso di dipingere. Per me è importante lavorare sulla pittura, sulla scultura e sulla ceramica, non solo come discipline indipendenti ma come nutrimento incessante per la mia architettura“.
[Immagine in apertura: Reggio Emilia ‒ Stazione Mediopadana (2002-2004). Photo © Burg / Schuh, Palladium Photodesign]