Oltre all'indiscusso talento, l'esistenza di Michelangelo Buonarroti fu anche caratterizzata da incontri e conoscenze con personalità di grande rilievo della sua epoca. La mostra in apertura a Genova ricostruisce la lunga e operosa vita del maestro toscano, concentrandosi proprio su questo aspetto.
Ultimo mese di attesa, a Genova, prima dell’apertura della mostra Michelangelo divino artista, che ricostruisce il profilo del maestro toscano focalizzando l’attenzione sugli incontri eccezionali che, fin dall’adolescenza, hanno caratterizzato il suo percorso umano.
Visitabile dal 26 marzo al 19 luglio 2020, nelle sale di Palazzo Ducale, l’esposizione, curata da Cristina Acidini, con Elena Capretti e Alessandro Cecchi, si concentra infatti, con sezioni dedicate, su alcune delle fasi cruciali della lunga vita del Buonarroti. Un itinerario nel quale le sculture e i disegni originali del grande artista vengono intervallati dalle opere dei suoi collaboratori, eseguite sotto la sua supervisione.
Scultore, pittore, architetto e poeta, tra i massimi autori dell’arte mondiale di tutti i tempi, Michelangelo Buonarroti visse quasi 90 anni. Fin dagli esordi della sua straordinaria carriera entrò in contatto con personalità di indiscusso rilievo, appartenenti alla politica, alla religione, alla cultura. Una condizione presa in esame dall’imminente mostra genovese, con un invito a riflettere su alcuni particolari episodi. Michelangelo, infatti, ebbe l’opportunità di frequentare in gioventù due futuri papi ‒ Leone X e Clemente VII, di stirpe medicea ‒; ottenne incarichi da ben sette pontefici; fu in rapporti diretti con i grandi mecenati del suo tempo, da Lorenzo il Magnifico ai reali di Francia.
Nonostante l’inamovibilità di gran parte della produzione autografa dell’artista, il progetto espositivo Michelangelo divino artista risulta interessante per la presenza a Genova di due importanti sculture. Si tratta del capolavoro giovanile Madonna della Scala, proveniente da Casa Buonarroti a Firenze, e del monumentale Cristo redentore (1514-1516), conservato nel viterbese. Circa sessanta, inoltre, i disegni autografi e i fogli del carteggio esposti, che insieme a ulteriori scritti originali consentono di gettare nuova luce anche sul suo talento letterario.
[Immagine in apertura: Michelangelo Buonarroti, Studio di gambe, 1524-1525, penna, mm 149 x 193. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 44 F]